Il Salvinismo può essere figlio del Berlusconismo?
Tralasciando gli approfondimenti sul ventennio politico Berlusconiano, lo sdoganamento televisivo della donna intesa come oggetto è “il capolavoro” del cavaliere di Arcore. Già dai tempi della casalinga di Voghera, fine anni 70, inizio anni 80, Berlusconi faceva andare a letto tardi i mariti che aspettavano le ore piccole per vedere i primissimi spogliarelli in tv. Agli italiani il nudo piaceva, contemplato poi nel contenitore televisivo stile american show dal nome “Drive In”. Anche lì, purtroppo, le curve venivano estremizzate al massimo e la donna, da parte integrante della scena televisiva, si trasforma in semplice contorno. Il salvinismo aveva già una sua fase embrionale nelle coscienze.
La donna oggetto
Da focus sullo spogliarello a bellezza da osservare a fianco degli sketch comici. In un certo senso, il mostrare solo l’estetica enfatizzando al massimo le curve femminili, alla lunga, ha portato l’italiano al disinteresse progressivo del nudo femminile.
Il fil rouge
Se prima il collegamento poteva anche essere “grande Silvio che a quell’età copula come Sting dopo tre ore di meditazione tantrica allora lo voto”, adesso gli italiani, stanchi e assuefatti dal bombardamento di bellezze patinate, hanno puntato il loro sguardo, il loro orecchio e il loro voto verso un altro professionista della distrazione.
Il nudo femminile non basta più
La sovraesposizione mediatica ha portato ad una carenza dello sfogo primordiale e l’immigrato è diventato il nemico, servito su un piatto d’argento. Spunta così il cattivone studiato in sociologia come arma di distrazione di massa.
Eccolo il salvinismo figlio del berlusconismo
Se il ministro degli Interni si è trovato un problema di gestione sull’accoglienza dei migranti è anche vero che i governi precedenti si sono dimostrati poco lungimiranti nell’affrontare la questione. In estrema sintesi la situazione è questa: ho una problematica di rilievo europeo che non riesco a gestire, addosso la colpa dei problemi del mio paese agli stessi che non riesco ad aiutare perché non so organizzare un’accoglienza decorosa, né tantomeno un trattato degno di questo nome con l’Unione europea. E allora mi arrabbio, batto i piedi, faccio la voce grossa e faccio fare pure un giro sulla moto d’acqua della polizia a mio figlio. Alla fine poco importa della politica dei palazzi, inutile e spalleggiata dai tecnoburocrati europei, salvo poi stracciarmi le vesti e trovare altri cattivoni a giorni alterni! Ecco il salvinismo, micidiale distrazione di massa.
I campanellari
Non sono serviti anni, decenni, secoli a studiare Machiavelli, Giulio Cesare, Ippolito Nievo per avere una classe politica formata da veri statisti. Il gioco delle tre campanelle continua. Ma c’è un ma: nel nostro caso, le tre campanelle sono in mano alla UE mentre noi siamo i giocatori a perdere, consapevoli che tale giochino non potrà durare per sempre.
Alberto Carocci