Salvini The Endgame

Salvini The Endgame

Charlie Chaplin il grande dittatore, 1940

Salvini The Endgame

 

Tempo fa mi fu detto da un sedicente di sinistra che siamo in un periodo storico in cui l’impegno intellettuale o la cultura servono a poco. Ovviamente presi quella dichiarazione per quello che era, cioè per una colossale stupidaggine, ma oggi mi pento di non aver reagito, di aver sarcasticamente sbuffato in silenzio lasciando quella persona alla sua totale quanto tronfia e reazionaria mediocrità.

Se oggi un ignorante provocatore come Salvini si è potuto permettere di aggirare i regolamenti e fare un comizio sul balcone del comune di Forlì, violando senza vergogna – a pochi giorni dal 25 aprile – il sacrario dove sono ricordati 465 partigiani, è anche colpa mia a questo punto.  A Forlì Mussolini era di casa (Predappio è provincia di Forlì-Cesena), da quel balcone non solo fece molti comizi ma si prese anche la briga di esporre i cadaveri dei  partigiani come monito alla popolazione. Ovviamente a distanza di quasi ottant’anni la memoria si affievolisce e lascia il posto alla storia, e siccome la storia nessuno la studia più, ma tutti pensano di conoscerla, nel migliore dei casi precipitiamo in buco nero fatto di maldestre interpretazioni, nel peggiore nel letame maleodorante di una pericolosa ignoranza.

Non è Salvini un insulto alla democrazia, ma il fatto che si permetta che Salvini di violarla costantemente.  Il problema non è l’idiota, ma tutti coloro che permettono all’idiota di dilagare.  La democrazia la offendiamo noi molto di più dello stesso Salvini dando semplice risonanza mediatica ad una provocazione bella e buona da parte di un imbecille senza condannarla in modo esplicito. Non è una semplice nota di colore di cattivo gusto, né la bravata di uno sbruffoncello (nonostante Salvini sia anche tutto questo) , ma il gesto ufficiale di un ministro degli interni. Non so se rendo l’idea. Se Salvini quindi resta al suo posto dopo questo atto di violenza, allora lo vogliamo noi, non si scappa.

Siamo pragmatici: se qualcuno ti entra in casa, nella vita, e si permette di fare il bello e il cattivo tempo nelle tue cose, nei tuoi giorni, nella tua storia,  per quanto invadente e maleducato la colpa è tua se non lo cacci via. Se te lo tieni vuol dire che lo vuoi.  

Quindi non ci dobbiamo lamentare se ci ritroviamo Salvini che fa petting a tre con Orban e la Le Pen, mica potevamo pretendere che limonasse con un poster di Gandhi? Salvini purtroppo è quello che è, è una bestia ma almeno non è ipocrita, fa quello che sa fare, cioè il razzista xenofobo ignorante. Non fa niente di diverso da ciò che è. Il problema siamo noi che  non solo ci teniamo il mostro in casa, ma addirittura gli strizziamo l’occhio. Ma sì, non siamo razzisti, ma un minimo di ordine e disciplina ci vogliono. Non ci piace come ragiona, né come agisce, però “ha le idee chiare” e se fa il lavoro sporco per noi (ammettendo che lavori ma qui dovremmo aprire un interminabile capitolo a parte) meglio così!

Quotidianamente abbiamo a che fare con l’invadenza, sottile o molesta che sia non importa, tanto quella sottile prima o poi diventa sempre manifesta, ma per tanti motivi tendiamo ad accettarla o tollerarla: vuoi per indole, per buona educazione, vuoi per interesse, vuoi perché oltre ci vedi qualcosa di buono o di costruttivo, ma quando diventa insopportabile e infruttuosa bisogna agire, non si può più semplicemente abbozzare, ad un certo punto il vaffanculo deve arrivare.  E qui prevedo per Salvini lo stesso trattamento che oggi riserva ai migranti: se abbozzeremo troppo prima o poi l’invadenza dello sbruffoncello che crede di avere i superpoteri (e ce ne sono tanti che credono di averne) diverrà insopportabile e reagiremo, sempre tardi ma reagiremo. Quello che sembrava (a parole) il salvatore della patria diverrà un cancro da curare, un male da allontanare, e più oggi tollereremo e più sarà drammatica e violenta la sua estirpazione. Qui la storia dovrebbe insegnarci qualcosa, ma temo che non sarà così.

Per ora, quindi, ci teniamo ancora l’idiota che fa il bullo con tutti senza concludere davvero nulla, la fascistella che difende i pescatori italiani di “zucchine di mare”, sopportiamo ancora il grande iniziatore di questa decadenza inesorabile che – tirato per i capelli  in un ospedale – vuole convincere tutti di essersi auto-guarito con la sola imposizione della sua prostata ingrossata e che ora si sta costruendo per le europee un’ armatura da Iron-man con pappagallo incorporato,  ma non lamentiamoci, evidentemente ci piace vivere in questo fumetto.

In fondo noi siamo come loro, ci piace pensare di essere “superiori”, ci intriga dire di avere sensi e intelletto più sviluppati, ci esalta credere che un calo di tensione lo provochiamo noi con la nostra energia spirituale, ci piace credere di sentire l’odore del caffè in Brasile ma non la puzza di merda sotto al nostro naso, apprezziamo più la preveggenza che la lungimiranza, ci affascina molto di più credere di essere speciali che normali, altrimenti come potremmo mai pensare di essere superiori a poveri disgraziati che ributtiamo in mare? A parole l’eguaglianza la dichiariamo ma sotto sotto lo sappiamo che ci ha morso un ragno radioattivo che ha acuito tutti i nostri sensi tranne l’intelligenza, solo che a differenza degli eroi dei fumetti a noi piace dichiararlo, dirlo, tanto non possiamo manifestarlo. Nessun alter ego, nessuna doppia identità: gli imbranati di facciata non piacciono a nessuno, nell’universo parallelo Italia abbiamo tutti i superpoteri e lo diciamo. Siamo una razza superiore, diversa da tutte le altre, siamo come le zucchine di mare!

fonte immagine commons.wikimedia.org

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