Salvini: se voi ci siete io non mollo (i vostri soldi)

Quando i cittadini italiani hanno iniziato a mantenere con i loro soldi Matteo Salvini e i suoi caffè in Italia non era ancora stato inventato il primo sito internet, i Nirvana erano la band del momento, Berlusconi doveva ancora entrare in politica, e i 25enni di oggi ancora non erano nati.

Mentre gli italiani lavoravano in fabbrica o in ufficio per guadagnarsi da vivere, e producendo qualcosa, lui scopre che per avere soldi e prestigio non deve far altro che parlare, fare sceneggiate e incitare gli italiani a odiare altri italiani.

Non sopporta il Sud perché lì, con la scusa del “tengo famiglia”, campano tutti con i soldi dello Stato senza fare un ca**o. Dice lui.

Così per coerenza si sposa, quindi tiene famiglia, e sua moglie Fabrizia Ieluzzi viene chiamata più volte a lavorare dal Comune di Milano amministrato dalla Lega Nord: prima dal sindaco Albertini, poi dal sindaco Moratti, tre ore al giorno, con compensi tra i 20 e i 36 mila euro annui.
Soldi dei cittadini.

Divorzia (perché lui è cattolico che bacia il rosario nei comizi), trova un’altra compagna, Giulia Martinelli, e pure lei finisce per lavorare su chiamata alla Regione Lombardia a guida Lega Nord (Roberto Maroni).
Soldi dei cittadini.

Diventa direttore di “Radio Padania” beneficiaria di finanziamenti pubblici pagati dai cittadini. Fa il giornalista per la “Padania”, anch’essa pagata con altri milioni di euro pubblici.
Soldi dei cittadini.

Di quegli anni l’ex direttore de “La Padania” Gigi Moncalvo racconterà:

“Ho provato a licenziare Matteo Salvini per due volte. La prima volta fu a cavallo delle feste di fine anno. Durante quei giorni, chi veniva a lavoro, riceveva il triplo della paga. Salvini in quei giorni non c’era a lavoro. Non era nemmeno reperibile dove avrebbe dovuto. Ma quando a fine mese arrivò il foglio delle presenze lui lo firmò lo stesso”.

“La seconda volta fu quando scoprì che aveva falsificato quattro note per i rimborsi spesa. Quando glielo feci presente, a muso duro, lui mi rispose: tu passi, io resto. E credimi: diventerò sempre più potente”.

Nel 2004 entra per la prima volta nel Parlamento europeo (per coerenza con il suo antieuropeismo). Seduto su quella poltrona ci resterà parecchi anni, facendosi eleggere pure al Parlamento italiano (due volte), salvo poi mollarlo dopo un giorno per tornare in Europa. Che gli fa schifo, l’Europa. Ma paga meglio: circa 15mila euro al mese (6.200 euro netti, più 304 euro a presenza e 4.300 euro di rimborsi).
Ogni mese.
Soldi dei cittadini.

E visto che si trova si porta in Europa il fratello di Bossi come assistente. Che da esperto di idraulica, ovviamente, è lì per meritocrazia.
Tutto ciò, sempre protestando contro Roma Ladrona.

Nel frattempo però si scopre che un po’ Ladrona è pure la Lega Nord, che incassa 49 milioni per sostenere le spese elettorali e politiche, ma invece usa i soldi dei cittadini per comprare lingotti d’oro, diamanti, lauree ai figli, ristrutturazioni di case, pay tv, interventi al naso ecc.
Soldi dei cittadini.

Così nel 2014 la Lega crolla al 4%.
Salvini rischia di rimanere senza soldi e poltrona. Allora dice di essersi sbagliato per 20 anni con la storia della Padania e del Sud parassita. Ma anziché nascondersi e restituire ai padani 20 anni di stipendi, si improvvisa da un giorno all’altro il più grande dei patrioti italiani. I quali, ovviamente, gli credono.

Lo eleggono, dandogli altri 14mila euro al mese, e lo acclamano.

E a nessuno viene da ridere al pensiero che questo straordinario attore, scambiato per politico, per giovane, per esordiente, per patriota, che manteniamo da un quarto di secolo con i nostri soldi, ora vada in giro per l’Italia a dare lezioni a tutti.

E a nessuno viene da ridere. Che lui non molli la poltrona e i nostri soldi da un quarto di secolo.
A nessuno.

 

Emilio Mola

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