Nelle ultime ore il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, intervistato riguardo al caso del giovane ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso ormai più di due anni fa, ha dichiarato: “Regeni? Sono più importanti i rapporti con l’Egitto”.
“Il problema Regeni” così lo ha definito, sottlineando che “comprende bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto”.
Insomma, Salvini su Regeni non lascia spazio ad alcun dubbio, la famiglia di Giulio se la dovrà vedere da sola. Ma come? Non è proprio lui a dire e gridare “Prima gli italiani”? O quella frase vale solo se in ballo ci sono i migranti da lui tanto odiati? Se l’italiano di cui si parla è Giulio Regeni, allora vengono prima i rapporti con l’Egitto. Dunque, verità e giustizia per Giulio Regeni sono un problema della sua famiglia, di mamma Paola e papà Claudio. Da parte del ministro dell’Interno,non verrà mosso un dito per aiutarli. E dire che la sua presa di posizione è in contrasto con quanto fatto e dichiarato dalla terza carica dello Stato ossia Roberto Fico, presidente della Camera, che ha avuto un incontro con i genitori di Giulio Regeni e con Gianpaolo Cantini, ambasciatore italiano al Cairo. A quest’ultimo ha chiesto il massimo impegno possibile nella risoluzione del caso, difatti le indagini sul caso Regeni si trovano ora ad un punto di svolta: i magistrati di Roma hanno trasmesso a quelli egiziani prove rilevanti ad identificare le identità e il ruolo avuto da nove agenti della National security nella morte di Giulio.
Nei confronti delle affermazioni di Salvini, Amnesty International ha dichiarato:
“da una parte Salvini ritiene che la richiesta di giustizia sia un’esclusiva della famiglia di Giulio e non invece di tutta l’Italia, essendo in gioco la democrazia del nostro paese. E dall’altra passa su un Regime dove ogni giorno spariscono due persone, proprio com’è accaduto a Giulio, e dove tengono in carcere persone come Amal Fathy, moglie del consulente legale della famiglia Regeni al Cairo, Mohammed Lotfy, in carcere da settimane con accuse gravissime e assolutamente non provate”.
Nel frattempo, il collettivo Giulio Samo noi non cessa di manifestare e protestare sia per chiedere giustizia nei confronti di Giulio sia per la liberazione di Amal Fathy, prendendo parte ad uno sciopero della fame.
La data dell’omicidio Regeni rimane tutt’ora sconosciuta, si presume sia avvenuto tra gennaio e febbraio del 2016, di certo c’è però che il 13 aprile del 2016 Salvini su Regeni dichiarava: “il comportamento dell’Egitto è una farsa, l’Italia dovrebbe mostrare gli attributi”.
Ed ora, a distanza di due anni, sempre secondo Salvini l’Italia non può fare a meno dell’amicizia egiziana. Evidentemente conta più quella della vita di un ragazzo italiano assassinato all’estero.
Carmen Morello