Salvini piange le vittime delle tragedie solo se utili alla sua campagna elettorale, solo se sfruttabili per aizzare odio contro qualcuno.
Nelle ultime 48 ore 3 italiani hanno investito e ammazzato, in 3 tragedie diverse, 9 persone.
I primi 6, sei studenti tedeschi, li ha ammazzati un italiano in Alto Adige. Era ubriaco.
Poche ore più tardi, a Imola, c’è un’altra vittima. E’ un ragazzo di 25 anni, anche lui straniero, investito e ammazzato da un italiano 44enne col quale aveva litigato giorni prima.
Le ultime sono Sonia ed Elisa investite e uccise, ancora da un italiano, a Senigallia. Anche lui risultato positivo all’alcool test.
C’è stata una decima vittima però, in queste ore: una ragazza di 23 anni travolta e uccisa da un ragazzo di 25. Questa volta l’ubriaco alla guida dell’auto è uno straniero, un marocchino.
I 4 milioni di follower dell’ex Ministro dell’Interno, sulla sua pagina, hanno trovato solo quest’ultima notizia. Con tanto di richiesta di pena di morte, ipocritamente lanciata alla folla dietro la premessa codarda “sono contrario alla pena di morte, ma…”.
Delle altre tre tragedie, delle altre 9 vittime, degli altri 3 responsabili delle stragi, nemmeno l’ombra. Nessun suggerimento di pena di morte per loro, da parte del Capitano.
Nessuna parola di commozione, di vicinanza, per tutte le altre vittime. La maggior parte delle quali, ragazzi ventenni.
Solo foto in festa, sorrisi, selfie, video, comizi, cibo, io non mollo, matte risate.
Per il futuro, probabile, presidente del Consiglio italiano, le vittime delle tragedie vanno piante solo se utili alla sua campagna elettorale, solo se sfruttabili per aizzare odio contro qualcuno.
Le altre vittime, quelle di italiani, sono molto meno vittime. E rompono anche un po’ i cogli**i. Quindi meglio oscurarle, censurarle, non degnarle nemmeno di un post.
I quotidiani al seguito, i Libero, i Giornale, che si affrettano a svelare la nazionalità del conducente straniero nei titoli in prima e all’interno (“l’africano”, “il marocchino”), e omettono la nazionalità degli italiani al volante, non meritano nemmeno indignazione.
Ma solo compassione. Per tanta miseria umana.
Emilio Mola