Nella regione storicamente più a sinistra d’Italia, Salvini perde di una manciata di punti.
Salvini perde di una manciata di punti dopo aver citofonato a una famiglia tunisina, accusando un diciassettenne incensurato di essere uno spacciatore sulla base del nulla.
Perde di una manciata di punti dopo la più estesa mobilitazione civile da tanti anni a questa parte, quella delle sardine.
Perde di così poco pur avendo candidato una tizia che non sapeva neanche con quali regioni confinasse la regione per la quale si proponeva come guida, contrapponendola a uno che, a detta di tutti, fino ad ora ha amministrato molto bene.
Io vorrei essere felice come voi, ma davvero non ne vedo il motivo.
Se queste sono le premesse, significa che ormai la destra è nettissima maggioranza nel paese.
Sapere qual è l’unica nota positiva, in tutto questo?
Bibbiano.
A Bibbiano la destra ha perso di brutto.
E sapete perché?
Perché la narrazione tossica dello sciacallo padano, lì, si è scontrata con la realtà, con cose e con persone che i cittadini conoscevano direttamente.
Non poteva andare a urlare “PARLATECI DI BIBBIANO” ai bibbianesi.
Ma se n’è accorto solo troppo tardi, quando la sua manifestazione nel paese emiliano ha fatto una frazione dei partecipanti di quella, contemporanea, delle sardine.
È lo stesso meccanismo per cui, quello che vive nel paesino dell’entroterra dove l’ultimo africano l’hanno visto nel 1400 quasi 1500, è terrorizzato “dall’invasione afro islamica”, mentre su quello che vive a Roma o a Milano questo tipo di propaganda fa meno effetto, perché campa costantemente a contatto con gente di altre culture.
L’estrema destra perde solo se si riesce a smontare la sua propaganda di odio e paura contrapponendola alla realtà dei fatti.
La sinistra, il centro sinistra, il centro liberale, chiunque si opponga a questa nuova ondata di destra neofascista, ripartano da Bibbiano.
PARLACI DI BIBBIANO, Salvini.
Emiliano Rubbi