Critiche di Salvini contro lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Il Ministro dei Trasporti promette conseguenze.
In seguito all’attuazione della Legge di Bilancio 2024 che si fa sempre più vicina è stato indetto uno sciopero generale da Cgil e Uil. Lo sciopero si svolgerà nella giornata di venerdì 17 novembre, interesserà tutta Italia e non escluderà nessuna categoria di lavoratori. Quello che i sindacati hanno previsto è uno sciopero della durata di 8 ore che ricoprirà l’intera giornata lavorativa.
Matteo Salvini, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti si è immediatamente schierato contro Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Dalle aspre critiche mosse da Salvini ai sindacati è iniziata una sorta di contrattazione in cui, però, nessuna delle due parti ha voluto cedere terreno.
Salvini ha ottenuto piccole vittorie imponendosi sulle decisioni sindacali e inasprendo ulteriormente i rapporti tra governo e opposizione. Per prima cosa lo sciopero è passato dall’essere generale a intersettoriale. Sarà, di conseguenza, soggetto a vincoli e a una serie di salvaguardie a favore degli utenti. Tuttavia, nonostante questo colpirà diversi ambiti della quotidianità della popolazione.
Un’ulteriore modifica voluta da Salvini riguarda la durata dello sciopero. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti è intervenuto chiedendo di non far superare le 4 ore di durata per quanto riguarda lo sciopero dei trasporti pubblici. I sindacati hanno declinato la proposta e sono rimasti fermi sulla propria posizione, appellandosi al diritto di sciopero, costituzionalmente garantito e inviolabile.
Il Ministro Salvini non è stato da meno e, con il supporto della Commissione di Garanzia sullo sciopero, ha attuato una precettazione per fare in modo che lo sciopero non superi le 4 ore. Inoltre, è stato stabilito che per i lavoratori che violeranno tale percezione seguiranno delle sanzioni comprese tra i 2500 e i 50 mila euro. Chi non rispetterà la precettazione rischierà anche il ritiro dei permessi sindacali retribuiti o dei contributi sindacali comunque trattenuti dalla retribuzione.
Da un lato Salvini combatte affinché l’Italia non si fermi e continui a produrre senza interferenze di alcun tipo. Dall’altro è bene ricordare che gli scioperi nascono proprio per creare disagi nel normale svolgimento della quotidianità. La legge e in particolare l’articolo 40 della costituzione stabiliscono che lo sciopero è un diritto, di conseguenza non dovrebbe essere limitato in alcun modo. Ed è proprio questo il pensiero dei sindacati che continuano ad opporsi alla decisione presa da Salvini.
Per quanto Salvini abbia agito secondo la legge e nonostante sia necessario tutelare i cittadini in quanto primi destinatari dei servizi pubblici, anche i lavoratori fanno parte del popolo italiano ed è giusto siano ascoltati e presi in considerazione.