A Milano si sta tenendo la conferenza stampa sulla scoperta dei primi contagi di Coronavirus accertati in Italia. C’è il Ministro della Sanità Roberto Speranza, il Presidente della Regione Attilio Fontana, assessori, medici.
Si cerca di informare il Paese su ciò che sta accadendo, sull’evoluzione degli esami, sulle persone e i Comuni interessati, sulle misure che si stanno adottando per limitare le diffusione del contagio. Non ci sono infingimenti, nulla è sminuito, il momento è preoccupante e si avverte.
Però si ha anche la percezione dell’unità, della collaborazione massima, del lavoro. Perché c’è solo da lavorare, duramente, insieme, contro un nemico invisibile, imprevedibile che è arrivato in Italia e minaccia chiunque.
In quel preciso momento, durante quella diretta, da un parco giochi “dove sono con mia figlia che sta saltando sulle molle” un altro uomo decide di collegarsi con i suoi fan in diretta Facebook e dare il suo prezioso contributo alla nazione sul Coronavirus.
L’intervento dura poco, ma è incentrato su un assurdo e violentissimo attacco al presidente della Regione Toscana, dove guarda caso fra pochi mesi ci saranno le elezioni; è un attacco al governo. E poi sbraita sui porti da chiudere gli africani che potrebbero portare il virus in Italia. Evidentemente ignaro del fatto che il virus in Italia è arrivato e purtroppo ha colpito persone lombarde e venete.
Poi gli appelli al Buon Dio, la figlia sulle molle, gli elenchi con le dita e l’appello perché qualcuno paghi.
Da una parte migliaia di persone al lavoro, in silenzio, per non gettare il paese nel panico, salvare vite e contenere il contagio.
Dall’altra un uomo al parco che usa il dramma di famiglie e di un intero Paese per inoculare nelle persone terrore, rabbia, sospetto, odio, paura.
Il coronavirus lo sconfiggeremo, su questo non ci sono dubbi. Con il lavoro, la scienza, la cultura.
L’ignoranza di chi si compiace nel vedere tutto questo, e non prova vergogna, disgusto, disprezzo, sinceramente, a questo punto, non lo so.
Emilio Mola