Dove la trovi una bella iniziativa divisiva, che faccia parlare un po’ i social? Che magari ti dia la scusa di sbraitare contro il Governo? E che ti faccia scudo, per un po’ di tempo, dicendo che tu sei una brava persona perché una volta hai fatto volontariato? Facile: Salvini a Natale sotto l’albero ha trovato la beneficenza ipocrita e autopromozionale.
Avrete sicuramente qualche conoscente che è andato in vacanza in Africa, in un resort di lusso e poi si è fatto scattare un paio di foto con qualche bambino sorridente, da postare a favore di social, dicendo che la felicità sta nelle piccole cose. Ecco, Salvini, in questi giorni, ha fatto la stessa cosa: qualche giorno fa, quando è stato firmato il DPCM relativo alle limitazioni natalizie, ha pontificato dai social che era sua intenzione passare il Natale con i clochard. Tutto sarebbe encomiabile, se solo non fosse, appunto, una ghiotta opportunità per selfie e un’occasione di autopromozione, probabilmente partorita dal cervello del suo social manager Morisi.
La strategia
E’ facile: c’è bisogno di una bella iniziativa divisiva, in modo da far tornare Salvini in tendenza su Twitter, in un anno in cui la pandemia gli ha tolto un po’ di spazio per lo show. I sostenitori lo celebrano e i detrattori lo biasimano. Alle critiche, poi, si può sempre rispondere con un candido “A me interessava fare beneficenza”.
Sospetto come Salvini a Natale
Ora: chi scrive non crede che il volontariato non debba essere per forza di cose silenzioso e dietro le quinte. La beneficenza può essere ostentata, anche in modo un po’ cafone, come quella di Fedez in Lamborghini. Magari può convincere gli altri a mettere la mano al portafogli. Che Salvini però voglia passare il Natale con gli ultimi è quantomeno sospetto. Ma siamo sicuri che di questi ultimi venga rispettata la dignità, preservandoli da un’iniziativa natalizia un filino contraddittoria? Il discorso è infatti un po’ più complesso dell’antico adagio relativo alla beneficenza che va fatta in silenzio. Trascorrere la propria esistenza a sparare odio sugli ultimi non è quello che Salvini fa per i restanti 364 giorni all’anno? Facile poi lavarsi la coscienza con il volontariato a favore di telecamera.
Un po’ di populismo non guasta mai
Ancora una volta le iniziative di Salvini si confermano in tutta la loro meschinità. Aiutare i clochard diventa una mossa per portare avanti la propria posizione contro il governo. Creando, tra l’altro, occasione di ulteriori assembramenti per fotografi e telecamere che, inspiegabilmente, devono andare a testimoniare la trasformazione di Salvini in filantropo. Chi fa volontariato, tra l’altro, sa che le cose da fare in queste situazioni sono molte e il tempo è poco: forse non c’è bisogno di portarsi dietro zavorre di paparazzi a rallentare le operazioni.
La reazione dei CityAngels
Fatto sta che per la sua sessione fotografica benefica, Salvini ha scelto di partecipare alla consegna dei pacchi dono dei City Angels agli anziani di Milano. Insieme a un volontario dell’associazione e alla madrina Daniela Javarone, Salvini ha quindi consegnato i pacchi e ha scattato le foto. Foto viste, con grande sorpresa, da Marco Furlan, fondatore dell’associazione benefica, che con più interventi sui social si è dissociato dall’iniziativa.
Ignaro della partecipazione del senatore, Furlan ha espresso il suo disappunto: “Quando l’ho saputo, non ho avuto piacere e anzi, mi sono girate le balle perché è stata una cosa fatta a mia, a nostra completa insaputa. Spero di essere stato chiaro su questo”.
Un po’ di antirazzismo natalizio, perché no?
Tra le foto comparse sui social, anche quella con una signora di origini etiopi. Il figlio, Miky Tibello, che ha visto la madre sbattuta sui social accanto al senatore che le consegna un pacco dono, è intervenuto per precisare che la madre non è una clochard, ma è semplicemente stata sfruttata da Salvini per la sua bieca propaganda. Quando gli sarebbe ricapitato, infatti, di fare una foto mentre fa il missionario domenicano che aiuta i popoli non civilizzati?
La risposta di Salvini
Ciò che tocca rovina
E’ necessario autoeducarsi
Il re Mida della propaganda