Si narra che Salvatore Ferragamo sia l’unico e inimitabile calzolaio dei sogni.
Ancora un’altra storia di scarpe. Ma questa volta è diverso.
_Esistono esseri umani che aprono pigramente i loro occhi fanciulleschi in un mondo stanco e assonnato, con un unico compito: quello di cambiarlo.
_Esistono esseri umani che spalancano livide iridi come fauci affamate, frementi, portatrici di una luce nuova.
La vita di Salvatore Ferragamo è un dialogo tra due mondi sconosciuti e apparentemente afoni. E’ povertà, fame, pancia, mente; bisogni primari che s’intrecciano come lacci di un paio di scarpette bianche, quelle, all’arte e alla moda.
La vita di questo grandissimo artista italiano è degna di un film, e la sua autobiografia, “il calzolaio dei sogni”, racconta una storia magica e sognante, una narrazione fluida, liscia, che scorre come un fiume in piena macchiando la pagina bianca d’inchiostro nero. Non esistono convenzioni, solo pura passione, umiltà, e bruciante talento.
Tela, chiodi, lacci, abilità, mani leste, nervose, affamate. Ecco gli ingredienti perfetti.
Si dice che un evento, in particolare, abbia rappresentato il battesimo di Salvatore Ferragamo; si, proprio così, la storia di un paio di scarpette bianche. Una favola dal sapore d’incanto e pura meraviglia, una pozione magica, un miracolo, un colpo di genio, che hanno permesso a stelle hollywoodiane del calibro di Marilyn Monroe e Audrey Hepburn di velare i loro piedini da star.
Tela, chiodi, lacci, abilità, mani leste, nervose, affamate. Ecco gli ingredienti perfetti.
E’ la storia di una notte. Perchè si dice che al mondo esistano davvero esseri umani che spalancano livide iridi come fauci affamate, frementi, portatrici di una luce nuova nei confronti di un mondo, che riescono magicamente a cambiare in una notte.
Non era la disperazione il sentimento che scorreva lungo le dita di Salvatore Ferragamo, un bambino di soli 8 anni, quella sera; fluiva liquida nelle sue vene, fino a raggiungere l’area cerebrale che muoveva i fili di una marionetta altrimenti inerme, un sentimento nuovo, puro, sincero. Era la volontà di riscatto.
La vita è una questione di pulsazioni, fremiti, strutture mentali confortevoli, nelle quali ci adagiamo, ci assopiamo e dimentichiamo, una volta per tutte, di calzare quelle che sono le nostre vere scarpe.
Ancora un’altra storia di scarpe, ma questa volta è diverso, molto diverso.
Stava per realizzare quel paio di scarpette perfette, quelle scarpette che avrebbero permesso alla mia sorella più grande di affrontare la sua prima comunione a testa alta, senza vergogna, e con ai piedi un gioiellino intessuto di tela e di speranza, cucito con mani leste e nervose di un bambino di soli 8 anni, che ai piedi esigeva splendore e comodità, in testa aveva sogni e tanta volontà.
Nessuno sapeva realmente cosa stava realizzando quella notte, chiuso nella sua stanza, protetto dalla sua armatura immaginaria che, secondo la sua fervida immaginazione di spettacolare creativo, conferiva alle sue dita infantili poteri speciali: invisibilità e soprattutto la capacità di salvare il mondo. E il mondo lo salvò per davvero.
Stava intessendo un diamante, una scarpa, una salvezza, una redenzione, ma anche la Nina, la Pinta e la sua Santa Maria, che lo avrebbero traghettato lontano, molto lontano, laddove i suoi fratelli già si trovavano.
Laddove la vita gli avrebbe permesso di indossare le sue vere scarpe, laddove la vita gli avrebbe permesso di splendere.
Il muscolo cardiaco scandiva i minuti, le ore, danzando al ritmo d’infinite palpitazioni. L’oscurità lo avvolgeva, il tempo scorreva lesto, restituendo alla sua creazione sempre nuovi particolari, cuciture accurate e suola resistente. Tutto doveva essere perfetto per il grande giorno. Le dita sanguinavano, le palpebre si facevano pesanti. Batman abbandonava lentamente il suo corpo e la sua anima, privandolo dei miei superpoteri. Volava in cielo abbandonando a terra quello che nient’altro era che Salvatore Ferragamo, un bambino di 8 anni soltanto, l’11esimo di 14 fratelli di un’anonima famiglia, in un altrettanto anonimo paesino del mezzogiorno.
Non trascorse troppo tempo che Salvatore raggiunse i suoi fratelli in America, si trasferì lungo la costa occidentale, a Santa Barbara, dove nel frattempo stava nascendo il luccicante mondo del cinema.
Qui ha modo di crescere, studiare, creare, metterci le mani.
“Non vi è limite alla bellezza, nè grado di saturazione per l’immaginazione creativa; così come infinita è la varietà dei materiali che un calzolaio può impiegare per decorare i suoi modelli in modo che ogni donna calzi come una principessa, e ogni principessa come la regina delle fiabe”. Salvatore Ferragamo.