È stato pubblicato il Rapporto Osserva Salute 2015 inerente alla salute e alla qualità dell’assistenza sanitaria in Italia. Alcuni dati emersi dallo studio sono davvero preoccupanti per il benessere di noi comuni mortali:
- cala l’aspettativa di vita;
- l’Italia è fanalino di coda per gli investimenti in prevenzione;
- si acutizza il divario tra nord e sud;
- aumentano sempre più gli anziani e gli ultracentenari;
- si registrano più suicidi.
Aspettativa di vita e prevenzione
In merito all’aspettativa di vita, il dato più preoccupante è che non sia cresciuta rispetto al 2015 (80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne – dati Istat), e che sia addirittura diminuita rispetto al 2014. Legato a tale dato è il discorso della prevenzione e degli screening oncologici, che per mancanza di fondi non riescono più ad attuarsi in modo adeguato e con copertura uniforme sull’interno territorio nazionale.
Basti pensare che l’Italia destina alla prevenzione il 4,1% della spesa sanitaria totale, il che ci colloca agli ultimi posti d’Europa. Precari anche i livelli essenziali di assistenza, con prestazioni che dovrebbero essere garantite a tutti i cittadini ma che, nella realtà dei fatti, non riescono sempre ad applicarsi.
Nel 2015 l’Italia ha speso 1.817 euro pro capite, dato stabile e in linea con l’anno precedente, che però ci colloca tra i Paesi che spendono meno, al pari dell’Est Europa. Inutile dire che altri Paesi non ci vedono neanche: il Canada ha speso ben il 100% in più rispetto a noi, la Germania il 68% e la Finlandia il 35%.
Disparità geografica tra nord e sud
Per offrire un esempio concreto come se già questi numeri non bastassero, dall’indagine si evidenza che i cittadini di Campania e Sicilia hanno un’aspettativa di 4 anni in meno rispetto a coloro che vivono nelle Marche o in Trentino.
La situazione si fa davvero allarmante leggendo quanto dichiarato a Repubblica Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane nonché presidente dell’Istituto superiore di sanità: “Abbiamo perso in 15 anni i vantaggi acquisiti in quaranta. E se è vero che l’Italia ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, questo vale però solo per una minoranza di italiani”.
Che di vantaggi ne abbiamo persi tanti lo dimostrano anche i dati sull’incidenza di tumori, con l’aumento dei tumori prevenibili (mammella e polmone per le donne e colon retto per gli uomini).
Vaccinazioni, salute e alimentazione
Altro capitolo critico è quello delle vaccinazioni, in particolare l’antinfluenzale per gli over 65 e quelli da farsi in età pediatrica. Perché sono importanti? Perché gli anziani sono una delle fasce più a rischio complicanze, e l’attuale copertura (49%) è ben lontana da quel 75% considerato il minimo dal Piano nazionale prevenzione vaccinale, in accordo con l’OMS.
Come ha dichiarato ancora Ricciardi:
“Ci sconcerta che uno strumento come quello dei vaccini sia così osteggiato e siamo certi che ci saranno casi di malattie e morti, come purtroppo è già accaduto per il morbillo e la pertosse […] Le malattie che pensavamo scomparse o ridotte ai minimi termini continuano a circolare“.
L’Italia è la patria della dieta mediterranea per eccellenza, ma forse anche questa certessa si sta trasformando in una leggenda metropolitana, visto che continuano a crescere i numeri di sovrappeso e obesità. Qualche numero? Tra sovrappeso e obesità, nel 2015 ben il 46,4% degli italiani non ha mantenuto il suo peso forma. Quasi la metà.
Riflessione
Non investiamo in prevenzione, siamo sempre più malati e meno assistiti, non ci curiamo della ricerca scientifica, non ci preoccupiamo di garantire i vaccini per i nostri bambini, le strutture pubbliche nel guado tra innovazione e tagli alle risorse fondamentali. Lo scenario è critico. Ognuno di noi si sarà trovato a riflettere almeno su uno degli aspetti analizzati, ma avere un malloppo di quasi 600 pagine che non fa altro che confermare e aggiungere dettagli a ciò che già conosci è veramente disarmante.
Cosa fare, dunque?