Per la prima volta in Italia è stata sostituita una valvola aortica con una protesi attraverso l’arteria carotidea.
Un passo importante per la ricerca e per il Paese italiano che da anni risulta essere una delle eccellenze mediche in Europa.
Un intervento innovativo fatto all’ospedale Molinette di Torino durato 50 minuti coordinato dalla equipe del professor Mauro Rinaldi, direttore di cardiochirurgia universitaria del Policlinico di Pavia e arrivato per l’occasione nella struttura torinese.
Il paziente, un 53 enne, era in attesa di un trapianto di rene. La scelta di questo tipo di intervento, di passare quindi attraverso il collo con paziente sveglio grazie all’anestesia locoregionale, è stata fatta visto che l’uomo dopo tanti anni di dialisi aveva le arterie periferiche deteriorate. Questo aveva reso impossibile passare dalla femorale della gamba, cosa che invece si fa di norma. L’operazione è durata molto meno di quella tradizionale e il paziente è stato dimesso in soli 3 giorni.
I medici coinvolti nell’operazione della valvola aortica
Insieme al professore Rinaldi nell’operazione sono stati coinvolti i cardiochirugi Stefano Salizzoni e Michele La Torre. Anche i cardiologi interventisti, Maurizio D’Amico e Federico Conrotto, e il chirurgo vascolare Fabio Verzini.
Un’operazione resa possibile grazie alla tecnologia fornita dalla nuova Sala ibrida delle Molinette di Torino. Un intervento che è stato inventato in Francia a Lille e che ancora non molto diffuso ma che apre nuove strade verso il trattamento delle patologie cardiache e vascolari permettendo di curare un numero maggiore di persone. Sembra infatti che i risultati di questa operazione, chiamata TAVI trans-carotidea, riducano il rischio di ictus e abbia meno complicanze vascolari rispetto alla tecnica tradizionale.
Italia eccellenza in operazioni chirurgiche innovative
Non è la prima volta che in Italia avvengano operazioni chirurgiche così innovative. Sempre a Torino nel mese di giugno di quest’anno grazie ad un intervento rivoluzionario è stato possibile permettere ad un paziente tetraplegico di recuperare la funzione di entrambe le mani.