Salute e Malattia a confronto ne “La Coscienza di Zeno”

“La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo mette in luce il forte dissidio tra individuo e società, salute e malattia. L’inetto Zeno non riesce ad adeguarsi ai ruoli socialmente previsti per lui. Si ritroverà così a considerarsi malato e a voler indagare su sé stesso.

Ma chi sono i veri sani? Forse i solidi borghesi cristallizzati nelle loro certezze?

IL CONTESTO STORICO

Italo Svevo scrive in uno dei periodi più complessi della storia dell’umanità. L’epoca che va dalla fine dell’Ottocento all’inizio del Novecento è infatti caratterizzata dal cataclisma della Prima Guerra Mondiale, dall’imporsi di nuove teorie filosofiche che superano il Positivismo, dall’esplodere delle avanguardie letterarie e artistiche e dalle nuove teorie della psicanalisi e della relatività. Tutto ciò comporta una “crisi dell’individuo”, in cui vengono messi in discussione tutti i valori della ragione classica.

Salute e Malattia

L’ANALISI INTROSPETTIVA NELLA COSCIENZA DI ZENO

La coscienza di Zeno è un memoriale redatto dal protagonista, Zeno Cosini, durante la sua terapia di psicanalisi, sotto consiglio del suo psicanalista, il dottor S. Tuttavia, Zeno è l’unico narratore e ciò che dice può essere considerato sia “verità” che “bugia”, o entrambi. Questo comporta una moltiplicazione infinita dei punti di riferimento e il passaggio da una visione del mondo chiusa, a una visione aperta, tipica del Novecento.

SALUTE E MALATTIA

Zeno incarna la figura dell’“inetto”, incapace a vivere, diviso tra i suoi grandi sogni e l’impossibilità di poterli realizzare. Potrà integrarsi nella società benestante a cui appartiene e non sentirsi più “malato” soltanto quando arriverà ad incarnare la figura del buon padre di famiglia e dell’affidabile uomo d’affari, proprio come Giovanni Malfenti e Guido Speier, che rappresentano i ruoli di Rivale e di Padre. Anche la moglie, Augusta, incarna l’ideale della salute e, mentre lei è sempre intenta a registrare ciò che vede, ad analizzare tutti gli aspetti esteriori delle cose, Zeno afferma:

Io, invece, nell’oscurità, sentivo, con pieno sconforto, me stesso.

Zeno sembra aver acquisito una certa conoscenza di sé e si rende conto che tutte le persone sane che lo circondano sono tali solamente perché non si mettono mai in discussione. Si sentono perfette e non hanno necessità di indagare sé stesse perché credono già di essere complete. In realtà, solamente chi è malato, chi sa di non aver risposto a tutti gli interrogativi della vita, chi è in continua ricerca in vista di un miglioramento e di un approdo alla salute, può conoscersi, infatti:

La salute non analizza se stessa allo specchio e neppur si guarda nello specchio.

Solo noi malati sappiamo qualcosa di noi stessi.

Zeno, nella sua imperfezione e malattia è un “abbozzo”, un essere in divenire, mutevole e incostante, inafferrabile e pronto a trasformarsi in “qualsivoglia senso”, mentre i sani, i solidi borghesi, sono cristallizzati nella loro forma definitiva. Si assiste così a un’inversione dei ruoli: i veri malati sono proprio i sani e l’inettitudine di Zeno diventa una condizione aperta, che può essere considerata anche in modo positivo. Così Zeno afferma le sue convinzioni:

Già credo che in qualunque punto dell’universo ci si stabilisca si finisce coll’inquinarsi.

Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma poi anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri.

IL FINALE CATASTROFICO

Tuttavia, alla fine del romanzo, quando la guerra è ormai scoppiata, Zeno si rende conto che la salute in realtà non può essere trovata nel mondo in cui vive e asserisce che qualunque sforzo di darci la salute è vano.

E proprio sull’orizzonte della guerra col suo carico di orrori totalitari e tecnologici si staglia un’ultima catastrofica immagine. In questo modo termina il romanzo:

Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute.

Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.

Zeno fa così emergere l’idea che l’individuo possa trovare la sua salute solo in un contesto di estinzione del genere umano. La scissione e la dissimmetria tra il soggetto e la società, tra salute e malattia, che sono i grandi temi affrontati nella Coscienza, giungono qui al culmine.

 

 

Giulia Tommasi

Exit mobile version