Il Salone Internazionale del Libro deve ancora inizare e si trova in un mare di polemiche: l’evento avrà luogo dal 9 al 13 Maggio ma sono già diverse le presenze cancellate a causa della decisione del Comitato di indirizzo del Salone di ospitare lo stand di Altaforte, la casa editrice che simpatizza apertamente con l’estrema destra, e il cui responsabile è Francesco Polacchi, militante di CasaPound dal 2004.
Lo stesso Polacchi, nel 2017, era stato condannato a 1 anno e quattro mesi di reclusione per aver partecipato agli scontri di Piazza Navona nel 2008, quando il decreto Gelmini divenne legge.
La casa editrice
Altaforte ha pubblicato titoli come “La dottrina del Fascismo“, “Diario di uno squadrista toscano” e “Dalla caccia alle streghe del Me too ai deliri di Michela Murgia“, e il Ministro Matteo Salvini ha scelto proprio Altaforte per il libro-intervista intitolato “Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio” scritto da Chiara Giannini con prefazione di Maurizio Belpietro.
Le polemiche per la presenza di Altaforte al Salone sono iniziate con un post su facebook di Christian Raimo, scrittore e consulente del Salone, che si dichiarava contrario alla partecipazione della casa editrice e elencava una serie di giornalisti e di editori definendoli neofascisti e razzisti. Raimo ha poi cancellato il post, asserendo che si trattava di una pubblicazione sulla propria bacheca “a titolo strettamente personale“, successivamente si è dimesso dal ruolo di consulente, pur confermando la propria presenza al Lingotto.
C’è chi dice no
Carlo Ginzburg avrebbe dovuto presentare il libro “Nondimanco. Macchiavelli, Pascal.” sabato 11 Maggio, ma ha deciso di schierarsi contro la decisione del Salone e di disertare, dichiarando:
Annullo la mia partecipazione. La mia, tengo a sottolinearlo, è una scelta politica, che non ha nulla a che fare con la sfera della legalità
Anche Wu Ming, il collettivo di scrittori nato nel 2000, non ci sarà e senza mezzi termini annuncia:
Mai con i fascisti
È stata poi la volta di Zerocalcare che, con un post su facebook, comunica ai lettori:
Ciao, in effetti ho annullato tutti i miei impegni al Salone del libro di Torino, sono pure molto dispiaciuto ma mi è davvero impossibile pensare di rimanere 3 giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli, incrociarli ogni volta che vado a pisciare facendo finta che sia tutto normale.
Non faccio jihad, non traccio linee di buoni o cattivi tra chi va e chi non va, sono questioni complesse che non si esauriscono in una scelta sotto i riflettori del salone del libro e su cui spero continueremo a misurarci perché la partita non si chiude così.
Sono contento anche che altri che andranno proveranno coi mezzi loro a non normalizzare quella presenza, spero che avremo modo di parlare anche di quello.
Ciao
PS: non è che io so diventato più cacacazzi negli ultimi tempi, anzi so pure molto piu rammollito, è che oggettivamente sta roba prima non sarebbe mai successa. Qua ogni settimana spostiamo un po’ l’asticella del baratro.
Ma non finisce qui: una nota dell’ANPI annuncia anche il proprio ritiro:
Comunichiamo che la Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo, ha annullato la sua partecipazione al Salone del Libro di Torino dove avrebbe dovuto presentare, il 10 maggio, il volume di Tina Anselmi “La Gabriella in bicicletta” edito da Manni. Il motivo è legato all’intollerabile presenza al Salone della casa editrice Altaforte che pubblica volumi elogiativi del fascismo oltreché la rivista Primato nazionale, vicina a CasaPound e denigratrice della Resistenza e dell’ANPI stessa.
La lettera del Museo di Auschwitz
È invece notizia dell’ultima ora la lettera inviata al Salone da parte del Museo di Auschwitz per mano di Halina Birenbaum, poetessa e scrittrice sopravvisuta all’Olocausto che sarebbe dovuta essere ospite di uno degli incontri del Salone. La lettera, firmata anche dal direttore del Museo di Auschwitz-Birkenau, Piotr M. A. Cywiński, non lascia spazio alle interpretazioni
Non si può chiedere ai sopravvissuti di condividere lo spazio con chi mette in discussione i fatti storici che hanno portato all’Olocausto, con chi ripropone una idea fascista della società […] Non si tratta, come ha semplificato qualcuno, del rispetto di un contratto con una casa editrice, bensì del valore più alto delle istituzioni democratiche, della loro vigilanza, dei loro anticorpi, della costituzione italiana, che supera qualunque contratto.
Forte e chiaro è il messaggio della casa editrice People, che ha deciso di lasciare lo stand vuoto, pur pagando, e affiggere solo una scritta “Stand against fascism“.
C’è chi dice sì
Di altro avviso è Michela Murgia, e come lei altri partecipanti che, al grido di #iovadoatorino, hanno deciso di non lasciare spazio a stand fascisti senza contrastare la loro presenza, posizione condivisibile forse per chi non ha vissuto sulla propria pelle gli orrori del regime fascista.
Il direttore del Salone, Nicola Lagioia, si difende dalle accuse sottolineando che la casa editrice contestata ha presentato regolare richiesta e ha pagato per avere lo stand, ma gli organizzatori – prosegue- hanno la responsabilità del programma e non degli stand.
Mancano ancora due giorni all’inizio della kermesse e non è possibile dire quali altri scenari possano aprirsi, al momento l’ombra che sta oscurando il Salone ha assunto dimensioni notevoli e rischia di mettere in secondo piano i veri protagonisti dell’evento: il libro e la cultura.
Roberta Sanzeni