Il Salone del Libro di Torino, celebre evento culturale che richiama l’attenzione di un vasto pubblico nazionale e internazionale, è stato il teatro di accese proteste il pomeriggio di oggi, sabato 11 maggio, quando un gruppo di manifestanti in un corteo pro Palestina ha cercato di fare sentire la propria voce all’ingresso del Lingotto Fiere. Tante sono le iniziative in solidarietà con la Palestina: Roma e Milano, oltre a Torino, sono stati i punti più nevralgici d’Italia. Ci sono state infatti manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese, partecipate da una molteplicità di persone: dagli studenti, sempre in prima fila, alle famiglie, fino ai bambini che hanno sventolato in piazza la bandiera palestinese.
Nel capoluogo piemontese invece, si è creata un’area più tesa: davanti ai cancelli del Salone del libro di Torino, un presidio, poi divenuto corteo pro Palestina, si è scontrato con le forze dell’ordine. Il momento di escalation e di violenza fisica è avvenuto nel momento in cui il corteo ha tentato di entrare nel Lingotto.
Il Tafferuglio tra il corteo pro Palestina e le forze dell’ordine
Questa mattina, davanti al Salone del Libro di Torino, si sono verificati degli scontri tra un corteo pro Palestina e le forze dell’ordine, che hanno opposto resistenza nel tentativo dei manifestanti di entrare nell’edificio. Il Salone del Libro è un evento che si celebra, dal 1988, tutti gli anni dal 9 al 13 maggio.
Quest’anno, all’arrivo degli attivisti, che esibivano striscioni con slogan come “All eyes on Rafah: blocchiamo tutto” e “Vita terra libertà per il popolo palestinese – Salviamo Gaza“, è scoppiato un tafferuglio con le forze dell’ordine. I manifestanti, desiderosi di entrare nel Salone del Libro per far udire le proprie rivendicazioni, hanno tentato di superare le transenne esterne, ma sono stati respinti con forza dalla polizia antisommossa e colpiti dai manganelli.
La voce degli attivisti
Gli attivisti presenti alla manifestazione, riuniti sotto il coordinamento “Torino per Rafah”, hanno espresso la loro indignazione per l’impossibilità di portare all’interno del Salone del Libro di Torino i simboli e le voci del popolo palestinese. Hanno denunciato la presenza di decine di agenti schierati a presidio dell’ingresso e hanno ribadito la loro determinazione nel far sentire la loro voce in uno spazio che promuove la cultura e la solidarietà.
Il presidio e il corteo è stato partecipato da molte centinaia di persone, che fanno riferimento però alle realtà più influenti di Torino: dalla comunità araba e palestinese, ai collettivi autonomi delle scuole superiori e università, fino al collettivo del centro sociale Askatasuna.
Le richieste delle voci per Gaza ovviamente sono sempre le stesse, con la stessa forza e resistenza rispetto a 6 mesi fa: si chiede un embargo militare nei confronti di Israele, nonché la fine di ogni finanziamento in armi o nell’esercito allo Stato di Netanyahu. In occasione della giornata della Nakba, cioè il 15 maggio, si grida più che mai la libertà e la vittoria della resistenza palestinese.
La protesta di “Torino per Rafah” dopo gli scontri
Dopo i primi tafferugli davanti alla biglietteria del Salone del Libro di Torino, i manifestanti hanno ottenuto la flebile vittoria – se così possiamo chiamarla – di portare all’interno del Salone alcune bandiere palestinesi. Ovviamente, questo lasciapassare è stato quasi umiliante dopo tutta la repressione in Italia e il genocidio che il paese continua a finanziare. Inoltre, essendo il Salone del Libro di Torino un luogo del sapere, libero e autodeterminato, è straziante e scandaloso quanto non ci sia stata neanche una parola su Gaza.
Da dentro il Lingotto, il noto fumettista Zerocalcare si è unito alla protesta, lasciando momentaneamente la sua postazione all’interno del Salone del Libro di Torino per unirsi ai manifestanti e esprimere solidarietà alla causa palestinese. Ha dichiarato che i temi legati alla Palestina non possono essere ignorati in un contesto come il Salone, che si propone di discutere di cultura e attualità. Zerocalcare è stato poi seguito da altri dipendenti del Salone del Libro e dallo scrittore Christian Raimo, che non sono potuti rimanere indifferenti a quanto stesse accadendo davanti all’ingresso del Salone.
Tentativi di entrare e confronti
Nonostante il tentativo iniziale di alcuni manifestanti di irrompere all’interno del Salone del Libro, respinti poi dalle forze dell’ordine, la situazione è poi tornata alla calma. Solo una delegazione ristretta di cinque persone è stata autorizzata ad entrare, portando con sé una bandiera palestinese e rappresentando la voce della protesta all’interno della manifestazione culturale. La situazione è comunque, anche nei prossimi giorni, in continuo aggiornamento, data la facilità di violenza che si può creare.
Nonostante ciò, pochi sono stati, fino ad ora, i confronti veri e propri che le istituzioni hanno dimostrato di voler intrattenere con i manifestanti. Un silenzio assordante che ancora oggi continua, nonostante l’apartheid, il genocidio, il landgrabbing: un’indifferenza lancinante nei confronti di un popolo e uno Stato – per l’Occidente mai esistito – che sta morendo politicamente, socialmente ed economicamente.
Continua la mobilitazione
Le tensioni non si sono limitate al solo Salone del Libro di Torino, ma si sono estese anche a Milano e Roma, con nuovi cortei pro Palestina che hanno cercato di entrare nei rispettivi eventi culturali. Gli attivisti hanno ribadito la loro determinazione nel portare avanti la causa palestinese, ritenendo fondamentale far udire la loro voce in ogni contesto pubblico che coinvolga la cittadinanza.
La protesta al Salone del Libro di Torino rappresenta un momento significativo di mobilitazione e di richiesta di attenzione verso la situazione del popolo palestinese, e sta avendo sicuramente risonanza nei confronti di tutti gli altri movimenti che, in Italia, si stanno portando avanti – come le stesse intifade studentesche.
Gli attivisti e i solidali comuni della società civile continuano a lottare per la visibilità e la giustizia, nonostante gli ostacoli e le difficoltà incontrate lungo il cammino. La risonanza del movimento pro Palestina dimostra l’importanza di un impegno costante e della solidarietà internazionale di fronte a ingiustizie e violazioni dei diritti umani.