SANA: il salone del biologico e del naturale a Bologna

A Bologna si è appena conclusa la trentunesima edizione di SANA: il salone internazionale del biologico e del naturale. Nei 60.000 mq di area espositiva di Bologna Fiere, 1000 le aziende a presentare i propri prodotti, dei quali 950 in anteprima assoluta, tanto nel campo dell’alimentazione quanto del così detto non-food. Più di 2000 fra incontri e conferenze, e un’agenda che ha coperto quattro giorni – dal 6 al 9 settembre – interamente dedicati all’alimentazione, agli stili di vita e alla produzione biologica.

L’Italia è uno dei paesi portanti nel settore del biologico, oltre a essere fra i maggiori consumatori. Lo dimostrano sia l’afflusso del pubblico al SANA, sia l’assortimento di cibi, cosmetici, libri e pubblicazioni, accessori, oggetti d’arredamento e generi di ogni sorta, presentati quest’anno al salone del biologico.

 

Le cose da vedere, da assaggiare, da annusare, da toccare (o da scrutare perplessi…) erano molte; se però ve lo siete persi, noi di Ultima Voce siamo stati alla manifestazione, con l’idea di raccontarvi un po’ la nostra esperienza… Pellicce di bambù, tacchini vegetali, schermi anti-radiazioni: nella nostra gallery troverete sicuramente un motivo per non mancare alla prossima edizione del salone del biologico, appuntamento a settembre 2020!

salone del biologico




Gli assaggi

Al salone del biologico avremmo potuto presentarci a stomaco vuoto: fra le alternative vegetali alla carne e ai latticini, chips di frutta e verdura disidratata, prodotti gluten-free insieme all’intera gamma contro le intolleranze, tutto l’ortofrutta da agricoltura biologica (abbiamo assaggiato una nuovissima e inedita varietà di mele, nata in Trentino dall’incrocio di un agricoltore… talmente nuova da non avere ancora un nome), miscele di caffè provenienti da ogni angolo del mondo (noi ne abbiamo contate e degustate sei in totale – prima di arrivare all’overdose da caffeina – da Brasile, Perù, Messico…), tè e tisane (di cui numerosi vantano benefici e miracolosi poteriE che dire di un sorso di tisana al pomodoro magari?), gomme da masticare biodegradabili che dopo due mesi si dissolvono senza lasciar traccia nell’ambiente… a SANA anche quest’anno impossibile non rimanere sorpresi!

 

Le imperdibili esperienze al salone del biologico

Se dopo gli interminabili giri in mezzo agli stand a fare incetta di assaggini e prodotti omaggio, vi sentiste stanchi, potreste fare un riposino su un cuscino imbottito di noccioli. O se vi fanno male i piedi, provare a indossare un paio di calzini magnetici. Altrimenti, se nel mezzo della folla doveste avvertire qualche disturbo, forse il problema è che non siete ben schermati contro le radiazioni… Ma fra sfere di shungite, medagliette intarsiate e manuali appositi, al salone del biologico potreste trovare la soluzione grazie all’intero armamentario anti-radiazioni.

 

Le novità sul mercato

Ormai dei burger beyond-meat, dei filetti del no-fins fish (pesce senza lische, perché di origine vegetale) e delle uova-senza-uova avrete sicuramente già sentito parlare, e magari addirittura già assaggiato un morso di Impossible Meat… Ma è difficile non meravigliarsi davanti a un intero tacchino vegano! Oltre alle novità e alle alternative nel settore alimentare, a SANA abbiamo visto anche dei biglietti di auguri da cui sbocceranno delle piantine, cotton-fioc che rimarranno fedeli a voi a vita anziché finire in oceani di plastica, le tavolette di schiuma da barba solide per i maschietti, mentre per le femminucce abbiamo trovato le già piuttosto note coppette mestruali.

Siamo solo a metà della fiera, ma a questo punto ci sentivamo un po’ assetati… avevamo già abbandonato le bottigliette di plastica, in cambio di una delle tante borracce in vetro o acciaio presentate a SANA, ma dovevamo ancora provare la birra di bambù, sorseggiandola da un’ecologicissima cannuccia di pasta (che è pure gluten-free).

 

Al salone del biologico, faccia a faccia con i produttori

Se invece come noi, siete degli inguaribili romantici, probabilmente ciò che apprezzerete di più dopo aver girato in lungo e il largo al salone del biologico, sarà il contatto con i produttori.

Chi e cosa c’è dietro lo yogurt che acquistiamo al negozio biologico, o all’insalata bio presa al supermercato? Quello della certificazione biologica, può sembrarci uno sterile bollino messo lì, quasi a giustificare il prezzo spesso più elevato rispetto a un prodotto “convenzionale”. Tuttavia, a SANA non c’erano solamente le grandi aziende e i marchi più famosi, ma anche tantissimi piccoli produttori pronti a raccontarsi, a condividere le proprie esperienze e i propri valori, dando un significato in più alle nostre scelte negli acquisti. È stato quasi commovente ad esempio, assistere allo scambio fra una giovane dipendente di uno di questi marchi, e un signore che nelle coltivazioni e nella produzione del caffè in Brasile ci ha lavorato per anni, e ora gestisce un negozio biologico in città. Oppure essere invitati dagli stessi proprietari delle cascine, a visitare i loro stabilimenti aperti al pubblico (contrariamente agli allevamenti intensivi, il più delle volte inaccessibili eccetto che ai raid degli animalisti), per verificare oltretutto come vengono trattati gli animali…


E alla fine, il fuori-salone del biologico…

Quest’edizione di SANA si è ormai conclusa, ma siete comunque in tempo – in attesa dell’evento dell’anno prossimo – per visitare Bologna. In città infatti, quasi a risuonare sulle stesse note del SANA, troviamo ancora per qualche giorno la mostra “Anthropocene” al MAST di Bologna, e l’iniziativa “Planet or Plastic?” promossa da National Geographic, per sensibilizzare sull’uso consapevole e l’inquinamento della plastica.

 

Alice Tarditi

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