Salma al-Shehab: l’attivista condannata per un tweet

Salma al-Shehab

Arabia Saudita

Salma al-Shehab è stata condannata a 27 anni di carcere. La sua colpa? Aver scritto dei tweet a favore dei diritti delle donne.

Salma al-Shehab è un’attivista per i diritti delle donne e dottoranda dell’Università di Leeds, nel Regno Unito. Madre di due figli, è stata arrestata a gennaio del 2021, mentre si trovava in vacanza in Arabia Saudita, suo paese natale. Prima del processo, le autorità l’hanno tenuta in isolamento per 285 giorni, senza la possibilità di essere assistita da un avvocato durante la sua custodia cautelare né tantomeno durante gli interrogatori.

Il processo

Il processo di Salma al-Shehab è iniziato il 25 ottobre 2021. Il reato discusso nel processo di primo grado è stata la pubblicazione di post di Twitter in cui si batteva per i diritti umani e delle donne in particolare. Nelle sue pubblicazioni chiedeva inoltre la scarcerazione di un’altra attivista, Loujain al-Hathloul, che si batteva per il diritto delle donne a guidare e per questo motivo incarcerata e torturata. Le autorità hanno poi liberato Loujain al-Hathloul il 10 febbraio 2021. Nel marzo 2022, la Corte penale specializzata (Cps) aveva condannato Salma al-Shehab a sei anni di carcere ai sensi della legge antiterrorismo.


Al processo d’appello nell’agosto 2022 il giudice del tribunale antiterrorismo ha stabilito che al-Shebab

 appoggiava coloro che cercano di causare disordini e di destabilizzare la sicurezza nazionale attraverso gli account Twitter

L’accusa ha chiesto una punizione più severa. La Cps ha quindi aumentato la sua condanna a 34 anni.

Dopo un ricorso, il 25 gennaio scorso, la Corte penale specializzata di Riad ha condannato Salma al-Shehab a 27 anni di carcere, seguiti da 27 anni di divieto di viaggio. Infatti, le accuse per reati informatici sono state annullate, mentre rimangono in piedi quelle per terrorismo.

il sostegno a coloro che cercano di disturbare l’ordine pubblico, destabilizzare la sicurezza e la stabilità dello stato

e la pubblicazione di tweet che

disturbano l’ordine pubblico, destabilizzano la sicurezza della società e la stabilità della lo stato

Un’ingiustizia silenziosa

Quella inflitta a Salma al-Shehab è la pena più lunga emessa nei confronti di una donna saudita per essersi espressa liberamente. In tutto ciò Twitter ha rifiutato di commentare il caso e non ha mai risposto a domande specifiche sulla sua posizione in merito.

Il Washington Post  ha poi specificato che la ragazza utilizzava il suo vero nome sui social media ed aveva un background assolutamente pacifico. Condivideva foto dei suoi figli e aveva un numero relativamente basso di followers, circa 2mila; quindi in che modo avrebbe potuto costituire un rischio per la sicurezza nazionale?

Ad oggi Salma è in sciopero della fame dal 23 marzo per protestare contro la sua detenzione arbitraria e il processo.

Fiamma Franchi

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