Scienza del sale da cucina: “cristallizzata” in 10 punti inesplorati

Cloruro di sodio – ma all’interno della community scientifica soprannominato NaCl – questo è il suo nome di battesimo completo. Oggi sul tavolo degli imputati assieme a latte, zucchero, farina – in quella che è stata definita una “fobia dei cibi bianchi” – un tempo fece invece la fortuna dei nostri antenati, che in questo modo iniziarono a essere pagati per il loro lavoro (capostipiti dei salariati, che col salarium ottenevano la loro razione di sale). Il sale da cucina risiede nelle nostre dispense (e non solo), da tempi immemori ormai.

Ciò non significa comunque, che insieme ai suoi svariati usi, ci sia stata tramandata anche la misura in cui utilizzarlo: tralasciando vani allarmismi e diete mirabolanti, i dati dell’OMS parlano chiaro. Consumiamo troppo sale, addirittura il doppio della dose consigliata (5 grammi al giorno, contro quei dieci a cui abbiamo generalmente abituato i nostri palati). Più che bandire il sale dalla tavola, dovremmo piuttosto fare più attenzione a quello che si cela fra gli ingredienti dei cibi confezionati. Che però talvolta, è un componente essenziale, ad esempio per conservare (insieme al suo famigerato complice – lo zucchero – fra quei rari conservanti “naturali”).

È evidente che al di là di quegli affascinanti cristalli, che si mostrano a noi rivestiti in apparenza di un semplicissimo bianco, esistono quindi infinite questioni attorno al sale da cucina: verità impensate e miti da sfatare. Fatte queste per alcuni banali  forse – per altri strettamente necessarie – premesse comunque, non siamo qui per soffermarci a discutere di diete, presunti “cibi pericolosi”, né rimedi prodigiosi per casalinghe (quelli li trovate dando un’occhiata al video qui sotto…)




1. Trovate tracce d’acqua di sale su Marte!

Partiamo un po’ da lontano: c’è del sale anche su altri pianeti, addirittura allo stato gassoso – sotto forma di “nubi salate” quindi – se cerchiamo fra i satelliti di Giove.

2. Abbiamo citato il sale come uno dei conservanti “naturali”:

oggi ingrediente fondamentale nella moda delle fermentazioni, in realtà già 10´000 anni fa salavamo il pesce per preservarlo sulle rive del Nilo. E anche grazie a questa innovazione, saremmo stati in grado di passare da una vita nomade a quella più stanziale.

3. Un futuro alimentato da batterie a base di sale?

Non è esattamente così in effetti, ma pare che gli scienziati stiano facendo progressi, nello sviluppo di batterie a ioni di sodio (quel “Na” legato a “Cl”). Un’alternativa alle batterie al litio quindi: meno prestanti forse, ma certamente più sostenibili, con un impatto minore sull’ambiente.

4. Anche ai moscerini della frutta piacciono le patate al forno non troppo salate

Si tratta infatti del meccanismo che accomuna tutti gli animali: quel delicato equilibrio fra attrazione e avversione verso determinate sostanze, che a seconda delle quantità possono essere fondamentali, o al contrario nocive, per la sopravvivenza.

5. Il sale è vita

Il punto precedente ci permette di collegarci al perché, oggi sembriamo così “dipendenti” dal sale da cucina. Il sale – col suo contenuto di sodio che contribuisce all’omeostasi – è infatti un nutriente essenziale per gli esseri viventi. Probabilmente è per questo, che già all’età di 6 mesi, tendiamo a preferire un’acqua leggermente salata rispetto ad un’altra.

6. Mille sfumature di sale?

Benché abituati a vederlo (e temerlo, da cui il trend alla ricerca dei sali “particolari” come quello rosa dell’Himalaya – che però non viene dall’Himalaya, bensì dal Pakistan) sotto la sua forma bianca, il vero sale “puro” – quello grezzo, non raffinato – è in realtà grigio (e pare abbia anche un pessimo sapore). Mentre c’è chi ancora si affanna a cercare presunti sali “puri” o “integrali”, spendendo soldi – nelle gradazioni che seguono la moda di stagione, andando dal rosa, al rosso, al nero – è in realtà proprio grazie al processo di raffinazione, che assaporiamo quel tocco salato in più.

Per contro, il sale grigio ha dalla sua parte una ricca varietà di oligoelementi, contenuti nei residui d’argilla che gli conferiscono colore.

7. Ciò che acquisti con un pacco di sale al supermercato, è per lo più l‘imballaggio.

Siamo d’accordo, non saranno quegli appena 17 centesimi per pacchetto da 1 kg, a fare la differenza nei conti a fine mese. Ma magari al consumatore interesserà sapere che, prodotto per niente di più che 50 euro a tonnellata quando grezzo, che diventano 150€ in seguito alla lavorazione, il prezzo all’acquisto del sale da cucina è per lo più di imballaggio (65% del costo totale, a detta di alcuni produttori che ironizzano: “Vendiamo imballaggi invece che sale”).

8. Come si è detto, il sale a cui dovremmo prestare più attenzione per la nostra salute, è quello contenuto in alimenti industriali confezionati (soprattutto se pensiamo che lo ritroviamo già a colazione, nel pacchetto dei cornflakes). Non c’è dubbio insomma: il sale è tanto fondamentale quanto onnipresente, persino in cosmesi. Anche in questo caso, la sua utilità – sotto il nome di Sodium Chloride – è in qualità di conservante, talvolta viscosizzante oppure disinfettante, come all’interno di shampoo e dentifrici.

 

9. Sappiamo che ve lo state chiedendo: esiste una dose mortale per il sale da cucina?

Ebbene, 225 grammi ingeriti tutti d’un fiato (pari a circa 277 pacchetti di crackers, granello più, granello meno, se intendete provare) sarebbero la soglia letale da non superare, se si ha cara la pelle (ma ne basta molto meno, per compromettere sul lungo termine la salute delle arterie).

 

10. Usi “alternativi” del sale da cucina

Il sale possiede così innumerevoli proprietà, che il decimo punto sarebbe stato critico da scegliere:

sale da cucina
Il sale rosa sta indubbiamente benissimo,
su queste lampade.

per chiudere brevemente quindi, nonostante avessimo detto no, nessun rimedio da casalinghi, alla fine concludiamo con un breve cenno, così giusto come “ripasso”: ad ogni modo nulla che non sia provato e comprovato dalla scienza, promesso. Al di là dei miracoli e dei trucchi da massaie quindi, si va dal deumidificare piccoli ambienti – tramite una vaschetta di sale grosso, ma potreste provare se funzionerebbe anche un’elegantissima lampada di sale (rosa, appunto) – all’evenienza di spegnere un incendio domestico. Visto che siamo nel periodo inoltre, vi accorgerete delle strade cosparse di sale come misura contro il gelo: fra le innumerevoli proprietà (reali) infatti, c’è pure quella di abbassare il punto di congelamento.

 

 

 

Alice Tarditi

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