Saif al- Islam Gheddafi, figlio dell’ex leader libico Muammar Gheddafi, ha manifestato la volontà di candidarsi alla presidenza della Libia. Gheddafi è tuttora ricercato dalla Corte penale internazionale. Le ultime recenti notizie lo vedono a Mosca a contrattare con il capo del Cremlino. Dieci anni dopo l’assassinio del padre, ad opera degli insorti sostenuti dalla NATO, Saif Gheddafi tenta di ripristinare la propria leadership.
Dopo l’intervento della NATO e a seguito dell’uccisione di Muammar Gheddafi, la Libia ha vissuto un lungo periodo di disordini e di guerra civile. In attesa delle elezioni presidenziali, che si terranno a dicembre, la Camera dei Rappresentanti ha approvato Abdul Hamid Dbeibeh come capo ad interim.
La Russia, dal canto suo, sembra voler sostenere la candidatura di Saif Gheddafi. Fino a questo momento il Cremlino aveva concesso il suo appoggio al Generale Khalifa Haftar. Il cambio di rotta, attestata anche la presenza di Saif Gheddafi a Mosca, sembra ora essere chiaro. Pare che Vladimir Putin inoltre abbia già ricevuto una delegazione politica che avrebbe manifestato la decisione di appoggiare la candidatura come presidente di Gheddafi. Saif Gheddafi avrebbe già presentato un piano di ripresa per il paese insieme ad una serie di proposte per uscire dalla crisi.
Molti pensano che l’appoggio della Russia al figlio dell’ex leader libico sia incentivato dalle mire espansionistiche del Cremlino. La Russia potrebbe infatti trarre molti benefici dall’accordo con la Libia. Primo fra tutti il Cremlino potrebbe avere un accesso illimitato alle fonti petrolifere. La Russia avrebbe così un ruolo di primo piano e di guida nei confronti di un paese tormentato da anni di guerra civile.
Altre voci affermano che la Russia, mentre sosteneva il Generale Haftar, abbia mantenuto in segreto i rapporti con i vari oppositori in modo tale da poter, successivamente, scegliere una strategia quanto più vincente possibile.
Pare che la Russia e la Libia abbiano stipulato un accordo che varrebbe 2 miliardi di dollari. L’accordo prevede la costruzione di una ferrovia che colleghi Bengasi a Sirte, già iniziata e sospesa in seguito alla morte di Muammar Gheddafi. Inoltre la Libia si è impegnata ad acquistare grano russo per 700 milioni di dollari.
Ad opporsi ad una elezione del leader libico sarebbero l’Arabia Saudita, la Turchia e alcuni paesi del Golfo decisi ad appoggiare la candidatura di Haftar.
Certo è che con l’appoggio della Russia e di tutti coloro che erano già favorevoli al regime di Muammar Gheddafi, la vittoria di Saif non sembra essere così lontana.
Irene Amenta