Il sistema di Sac Actun è stato scoperto lo scorso 10 gennaio a Tulum, nella Riviera Maya del Messico, ed è il più grande sistema di grotte subacquee che sia mai stato catalogato.
Dopo dieci mesi d’intenso lavoro, il team di esplorazione del GAM (Gran Acuifero Maya) ha finalmente scoperto un’unione tra i due più grandi sistemi di grotte subacquee del mondo, Sac Actun e Dos Ojos; secondo le regole della speleologia, quando due sistemi di grotte sono collegati, il sistema più grande assorbe il più piccolo, quindi il nome di quest’ultimo scompare (il sistema Dos Ojos cessa quindi di esistere).
Il sistema di Sac Actun è ora considerato il più grande del mondo: 347 km di grotte subacquee che si snodano in un labirinto sotterraneo lungo la costa caraibica della penisola dello Yucatan.
I ricercatori del GAM hanno trovato, nel sito archeologico del sistema di Sac Actun, centinaia di fossili di animali estinti da migliaia di anni e oggetti archeologici appartenenti ai primi coloni d’America e alla civiltà Maya, che si estendeva dal sud-est del Messico fino all’Honduras e al Salvador.
Guillermo de Anda, specialista dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) e direttore della ricerca del GAM, afferma:
“Questa immensa grotta rappresenta il più importante sito archeologico sommerso al mondo, poiché ha più di un centinaio di contesti archeologici, che sono la prova del passaggio dei primi coloni d’America, della fauna estinta e, naturalmente, della cultura Maya “. […] È un tunnel temporale che ci trasporta in alcuni casi tra 12.000 e 10.000 anni fa.”.
De Anda ha spiegato che le caverne subacquee, in messicano “cenotes” (del maya dzonoot), occupavano un posto centrale nelle credenze della civiltà Maya poiché erano il mondo sotterraneo e il terzo livello dell’universo, dopo il cielo e la terra. Il ricercatore spiega:
“È una regione molto potente e magica, dove regna il sovrannaturale, dove vivevano gli dei e le divinità, dove convivono il bene e il male, ed era anche il luogo da cui provenivano gli uomini.”.
I ritrovamenti effettuati nelle grotte subacquee di Sac Actun spiegano questo senso mistico: sono stati trovati, infatti, resti di vasi di ceramica maya e oggetti che risalgono ai tempi coloniali e a contesti funerari o sacrificali, in condizioni ottimali grazie al difficile accesso ai cenotes (senza quindi alterazioni o usura da parte del contatto degli uomini), che i ricercatori stanno ancora analizzando.
I ricercatori del GAM hanno avuto bisogno di quasi un anno d’intenso lavoro per decifrare la connessione tra i due sistemi di grotte subacquee.
Il capo-sommozzatore Robert Schmittner, che ha passato più di venti anni a perlustrare le gallerie subacquee e quattordici anni a cercare il collegamento tra le grandi caverne, riferendosi ai passaggi d’acqua (che in alcuni casi erano solo un metro di profondità mentre nelle parti più profonde raggiungeva i 120 metri) ha affermato:
“Prima eravamo molto vicini, eravamo a un metro dal collegamento di entrambi i sistemi. Era come camminare sulle vene di un corpo, un labirinto di sentieri che si univano e si separavano e dovevamo stare molto attenti.”
Nonostante i risultati, i ricercatori del GAM continuano con il compito titanico di collegare Sac Actun con gli altri tre sistemi di grotte sottomarine, molto vicini tra loro e situati nella zona di Tulum.
Secondo il Quintana Roo Speleological Survey, il sondaggio speleologico dello stato meridionale del Messico, solo nel nord di Quintana Roo della penisola dello Yucatan ci sono 358 sistemi di grotte sommerse, che rappresentano circa 1400 km di passaggi di acqua dolce sotterranea.
Inoltre, e come risultato di questa ricerca, il gruppo di esplorazione GAM ha registrato un altro importante sistema denominato “La madre di tutti i cenotes”: situato a nord di Sac Actun, con una lunghezza di 18 km e una profondità massima di 20 metri, è un sistema individuale ma presto potrebbe essere collegato al sistema di Sac Actun.
Le prossime fasi del gruppo di lavoro comprenderanno l’analisi delle acque sotterranee, lo studio della diversità e l’adozione di misure che aiutino a conservare in modo ottimale questo incredibile sito archeologico subacqueo.
Il team GAM dedica questo importante traguardo dell’archeologia subacquea alla memoria di Bil Phillips, il cartografo subacqueo del progetto, morto nel novembre del 2017, che per più di 40 anni ha esplorato e studiato questo meraviglioso mondo sottomarino.
Fadua Al Fagoush