Dopo l’attacco chimico in Siria la Russia continua a difendere il regime di Assad. Mosca continua a sostenere che il governo non avrebbe usato armi chimiche. Lo spargimento di gas sarebbe la conseguenza di un bombardamento del governo su un deposito di armi chimiche dei ribelli. Immediatamente USA, Gran Bretagna e Francia hanno stilato una bozza di risoluzione. Questi stati vorrebbero un indagine e una condanna sull’accaduto. La Russia dal canto suo ha sempre detto che la cosa è inaccettabile. Nonostante tutti coloro che fanno parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu condannino il governo di Assad la Russia rimane della sua posizione. Posizione che non cambia nei confronti dell’amico Assad. L’ambasciatore russo alle Nazioni unite punta il dito su Obama e la sua minaccia di attacchi se si fosse superata la linea rossa. Questo avrebbe portato i terroristi a superare questa linea per screditare il regime di Damasco.
Alla votazione sulla risoluzione in Siria la Russia ha messo il suo veto. Usa, Gran Bretagna e Francia hanno chiesto oltre all’ingresso delle Nazioni unite e dell’Opac per portare avanti le indagini in Siria si chiedeva piena collaborazione da parte di Damasco. Una delle principali richieste era di fornire i dati sui voli aerei del giorno dell’attacco e sulle basi militari. I voti sono stati dieci a favore, due contrari il veto russo e il no della Bolivia e tre astensioni da parte della Cina, Etiopia e Kazakistan. La Russia motiva cosi il suo veto: «Accettare la bozza occidentale voleva dire legittimare il raid americano in Siria. Avete paura di una indagine imparziale, quella che chiede la Russia». La Gran Bretagna ha parole dure contro questo veto: «Questo doveva essere l’inizio della responsabilità per gli autori dell’attacco chimico in Siria, e invece abbiamo un veto della Russia. Il veto russo è una vergognosa scelta di proteggere il tossico regime di Assad».
CD