Il Tas di Losanna ha ufficialmente respinto il ricorso del comitato paralimpico russo. I posti lasciati vacanti dagli atleti russi verranno ridistribuiti per tutti gli altri paesi in competizione.
L’accusa che ha sconvolto la sezione sportiva della federazione russa continua a minare la partecipazione a competizioni ufficiali degli atleti. Nella decisione, il Tas ha stabilito che l’Ipc (Commissione Internazionale Paralimpica) vieta la partecipazione a Rio 2016 seguendo le norme previste da essa stessa. Inoltre il comitato paralimpico russo non ha fornito alcuna prova per difendersi dall’esclusione dei propri atleti ai giochi brasiliani.
Il Tas ha ha voluto precisare che la decisione non fa capo alla singolarità di ogni atleta, di conseguenza tale affermazione apre le porte a possibili ricorsi individuali degli atleti che non possono godere della partecipazione ai giochi, dimostrando la loro totale estraneità al sistema “statale” instaurato dalla Russia. Nonostante sia stata concessa questa opzione il tempo necessario per dimostrare tale estraneità non è sufficiente per partecipare ai giochi che avranno inizio il 7 settembre.
La conferma è arrivata dal presidente del comitato Philip Craven che senza peli sulla lingua spiegando l’esclusione ha affermato:
“Le loro medaglie svuotate da ogni morale mi disgustano, la loro sete di gloria a tutti i costi ha gravemente danneggiato l’integrità e l’immagine di tutto lo sport. Siamo molto incoraggiati dal fatto che il gruppo di esperti della Corte Arbitrale abbia confermato la decisione unanime del consiglio di amministrazione IPC di considerare il Comitato Paralimpico russo pienamente responsabile dei suoi obblighi di appartenenza all’Ipc. La decisione di oggi sottolinea la nostra forte convinzione che il doping non ha assolutamente alcun posto nello sport paralimpico, e migliora ulteriormente la nostra capacità di garantire una concorrenza leale e parità di condizioni per tutti gli atleti paralimpici di tutto il mondo. Anche se siamo soddisfatti della decisione, non è un giorno di festa e siamo vicini agli atleti russi che sono costretti a perdere i Giochi Paralimpici di Rio 2016. E ‘un giorno triste per il movimento Paralimpico, ma abbiamo anche la speranza di un nuovo inizio. Ci auguriamo che questa decisione funga da catalizzatore per il cambiamento in Russia e saremo pronti ad accogliere nuovamente il Comitato Paralimpico russo quando ci sarà la certezza che esso adempie ai suoi obblighi, al fine di garantire una concorrenza leale per tutti”.
In discordanza con i canoni adottati nelle Olimpiadi, dove gli atleti russi hanno potuto presentare una minoranza di atleti, ovvero quelli non squalificati, è cosa certa l’assenza di tutti i 267 russi iscritti alle Paralimpiadi; di conseguenza i 267 posti ora liberi verranno adeguatamente riassegnati ad altre nazioni partecipanti.
Ripercorrendo le parole di Craven la decisione agli occhi degli sportivi è pienamente giusta, però come spesso accade di mezzo ci vanno quegli atleti che per anni hanno lavorato duro rimanendo “puliti”, non usando sostanze capaci di migliorare le proprie prestazioni, si sa che esistono integratori e proteine che aiutano il fisico nel recupero e nell’assimilare il lavoro muscolare, ma in questo caso le sostanze in questione erano frutto di studi clinici, appositamente studiati per rendere un fondista più resistente, un velocista più esplosivo, un lanciatore più potente ecc… ecc…
LO SPORT E’ ALTRO. Ci si augura che sia l’inizio di una pulizia profonda dello sport e allo stesso tempo, la fine di chi danneggia l’intero movimento sportivo.
FONTE: redattoresociale.it