Si chiamano Therion: “Bestia”, in greco antico. Sono un gruppo symphonic metal svedese, nato nel 1988 e che ha tratto il proprio appellativo più recente da un album dei Celtic Frost: To Mega Therion. Significa “La Grande Bestia” ed era un titolo con cui si fregiava orgogliosamente l’esoterista Aleister Crowley (Leamington Spa, 1875 – Hastings, 1947). Il riferimento, naturalmente, è alla solita Bestia dell’Apocalisse: Ap 13, 1-18. In questa sede, non ci addentreremo in ulteriori speculazioni in merito. Basti questo per far comprendere che c’è un legame di base fra le tematiche dei Therion e l’esoterismo occidentale.
In particolare, vogliamo osservare un loro album del 2007: Gothic Kabbalah. Esso si ispira all’opera di Johannes Bureus (Åkerby, 1568 – Bondkyrka socken, 1652). Egli è famoso soprattutto per le sue ricerche runologiche e linguistiche, decisive per la nascita della grammatica svedese. Fu consigliere di re Gustavo II Adolfo di Svezia (Stoccolma, 1594 – Lützen, 1632). Rintracciò e catalogò 663 pietre runiche. Famoso è il suo abbecedario runico, Runa ABCbok. Ma l’opera a cui i Therion fanno riferimento è, principalmente, Adulruna Rediviva.
“Bureus, che abitava ad Uppsala, era molto ispirato dalla cabala e dall’alchimia, e lesse Agrippa, Paracelso, Reuchlin e altri grandi nomi dell’occultismo; paragonando le rune alla cabala, si convinse che anch’esse possedessero diverse dimensioni, sia come segni di scrittura che come simboli magici ed esoterici e sviluppò una forma di Cabala Gotica, denominata Kabala Upsalica. Egli chiamò adulrunor o adelrunor la dimensione segreta delle rune e disegnò un simbolo, chiamato adulruna, che conteneva le quindici adulrunor. […] L’adulruna di Bureus è una mappa dell’universo e dell’evoluzione dell’uomo attraverso diversi livelli di esistenza; essa funge sia da simbolo dell’uomo che dell’universo, del microcosmo così come del macrocosmo. La più importante opera di Bureus fu intitolata Adulruna rediviva, “l’adulruna rinata”. (Thomas Karlsson, Le rune e la Kabbala, Roma 2011, Atanòr, p. 33).
I suoi scritti si pongono nella temperie culturale detta Goticismo: la riscoperta di un’identità degli svedesi come discendenti dai Goti, nel nome delle cui conquiste la monarchia nazionale avrebbe potuto reclamare la supremazia sull’Europa. Posto questo, il rapporto di Bureus col sovrano non poteva essere considerato casuale. Ma lo studioso andò oltre le rivendicazioni politiche. La sua peculiare lettura delle rune costruì un percorso esoterico individuale e prescindente dall’identità nazionale.
I brani di Gothic Kabbalah sono dedicati ciascuno a un aspetto dell’opera di Bureus. Der Mitternachtslöwe (“Il leone di mezzanotte”) è un riferimento ai manifesti rosacrociani:
“anonimi documenti che paventavano la prossima caduta del Papato e l’avvento di un Leone del Nord che avrebbe sradicato la tirannia asburgico-cattolica, preparando il mondo a un’età dell’oro, dove la società sarebbe stata retta da mistici e saggi finché non fosse giunta l’età eterna, dopo il Giudizio Universale. Bureus fu colpito da questi criptici scritti, e in particolare dalla profezia del Leone del Nord, o Mitternacht Löwe, il Leone di Mezzanotte, che i rosacrociani avevano ripreso da Paracelso” (Ibid., p. 7).
“Leone del Nord” è anche un appellativo con cui è ricordato Gustavo II Adolfo. Ma Bureus non era d’accordo con quel soprannome. Era lui a ritenersi Leone di Mezzanotte.
Gothic Kabbalah è il brano eponimo della raccolta. The Perennial Sophia recupera le figure di Lilith e del serpente del Paradiso. Secondo la tradizione cabalistica, Lilith sarebbe stata la prima sposa di Adamo; il secondo non abbisogna di presentazioni, se si ricorda Genesi 3, 1ss. Entrambi, nel testo dei Therion, vengono fatti coincidere con “l’eterna sapienza” e con la Shekinah: concetto che denomina la maestosa presenza di Dio.
Fra gli altri testi, scegliamo poi di menzionare The Falling Stone: “La pietra cadente”. Proprio su questo materiale le rune sono state tramandate. Ed esso, come simbolo, ha un ruolo importante nell’opera di Bureus:
“La scrittura e il figlio di Dio sono una sola cosa, Cristo si rivela in una pietra che comunica il messaggio della salvezza e dell’illuminazione al genere umano. […] La pietra che corrisponde a Cristo, la responsabile della trasmissione del linguaggio comunicativo, è uno dei simboli più importanti di Bureus. Le pietre rappresentate nell’Adulruna rediviva sono una pietra inerte e una pietra cadente. La pietra inerte rappresenta le rune nella loro forma essoterica, ‘manifesta’; […] essa simboleggia ‘la forma umana, disprezzata, del mediatore’. La pietra cadente indica ‘la potente divinità del mediatore’ e la dimensione esoterica delle rune. Questa pietra cade dal paradiso sul mondo degli uomini, dove prende la forma di una pietra inerte.” (Ibid., pp. 66-67)
Insomma: nel pensiero dell’esoterista svedese, le pietre runiche portano conoscenza così come il Cristo storico portò il messaggio divino.
In un album, gli Therion hanno condensato un percorso spirituale ricchissimo, impossibile da eviscerare completamente in questa sede. Ci contentiamo di aver invogliato il lettore/ascoltatore ad approfondire ciò che dice il ruggito musicale della Belva.
Erica Gazzoldi