Clamoroso furto delle reliquie di San Giovanni Paolo II presso il santuario di Montecastello, a Tignale sulla sponda bresciana del lago di Garda.
Il Fatto
La notizia del furto delle reliquie è stata resa pubblica solo il 25 ottobre dopo l’annuncio alla comunità da parte del parroco responsabile don Giuseppe Mattanza, avvenuto domenica 22 ottobre.
Ad essere trafugate sono state due reliquie. Si tratta,infatti, di alcuni reliquiari contenenti il sangue di San Giovanni Paolo II e i frammenti ossei del beato polacco Jerzy Popieluszko.
Dalle prime testimonianze, sembra che i ladri si siano finti turisti per poi attardarsi in chiesa oltre l’orario di chiusura. Probabilmente il compito dei malviventi è stato facilitato dall‘assenza di un sistema di videosorveglianza nel complesso di Montecastello.
Oltre alle reliquie sono stati trafugati altri oggetti liturgici. Ora, mentre i Carabinieri hanno avviato le indagini, l’auspicio è che la refurtiva venga restituita. Nel suo appello per la restituzione, anche in forma anonima, Don Giuseppe Mattanza ha precisato che: “sono catalogate e non potranno mai finire sul mercato“.
Questi oggetti sacri erano stati donati al santuario di Montecastello dal cardinale di Cracovia, Stanislaw Dzixisz nel 2014, durante un pellegrinaggio parrocchiale.
La figura del Papa polacco e i furti di reliquie
Questo furto costituisce un atto gravissimo che ferisce profondamente la comunità dei fedeli, particolarmente devoti al Papa polacco divenuto Santo.
Karol Wojtyła, Pontefice dal 1978 al 2005, è stato santificato da Papa Francesco il 27 aprile 2014. Il suo Pontificato è stato segnato da un’intesa attività pastorale, costellata da ben 104 viaggi apostolici nel mondo.
La sua attenzione al contatto con i fedeli ed in particolare con i giovani sfociò nella creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù, raduni divenuti sempre più grandi ed importanti.
Importantissimo anche il contributo politico e sociale di Papa Wojtyła che si è sempre schierato contro l’oppressione dei popoli ed i regimi comunisti. Inoltre, si è impegnato molto per migliorare il dialogo tra religioni, in particolare con l‘Ebraismo. E’ nota infatti la sua definizione degli Ebrei come “fratelli maggiori” dei Cristiani.
Dunque si tratta di un Santo, Giovanni Paolo II, che amava stare in mezzo alla gente e, anche per questo, molto venerato. Sono proprio i Santi popolari ad essere il bersaglio preferito dei ladri di reliquie. Un’altra ampolla col sangue del Santo Pontefice era stata trafugata dalla chiesa di San Pietro della Ienca, presso l’Aquila nel 2014.
Altri furti in anni recenti hanno visto coinvolte reliquie di San Giovanni Bosco, Sant’Antonio da Padova ed altri. In molti di questi casi la refurtiva è stata recuperata o restituita.
In ogni caso, al di là delle motivazioni economiche, è particolarmente spregevole il senso di disprezzo della devozione insito in queste azioni. Infatti, si può tranquillamente decidere di non essere credenti ma la Fede altrui va sempre rispettata.
Gessica Liberti