Nella notte tra il 2 e il 3 settembre uno degli iconici ratti attribuiti allo street artist Banksy, è scomparso da un muro accanto al Centre Pompidou, il museo d’arte moderna e contemporanea di Parigi.
La realizzazione del graffito, che rappresentava un topo con una bandana a coprire il muso e i classici tratti antropomorfi, era stata annunciata sul profilo Instagram dell’artista l’anno scorso. L’opera, coerentemente con la vena sovversiva di Banksy, è stata descritta con un post come una dedica ai tumulti del Maggio Francese del 1968 e il riconoscimento alla città come genitrice della moderna arte dello stencil.
https://www.instagram.com/p/BkfY9AkhdMd/
Il furto del topo in memoria della strage del Bataclan
È la seconda volta che succede nella capitale francese: all’inizio del 2019, un altro graffito di Banksy, realizzato in commemorazione delle vittime dell’attentato al Bataclan nel 2015, è stato rubato con all’incirca le stesse modalità dalla porta d’emergenza del locale luogo della strage. In quell’occasione le camere di sorveglianza del Bataclan erano riuscite a filmare i ladri, che nascondendosi dietro ad un passamontagna erano riusciti a scardinare l’intera porta. La stessa dalla quale erano riusciti a fuggire i sopravvissuti dell’attentato terroristico.
L’arte di strada non ha padroni
Proprio perché chiamata “arte di strada”, una realizzazione di questo genere può avere autori, ma non proprietà. Per questo motivo, come testimoniano fonti provenienti dal Centre Pompidou, il centro ha potuto solamente denunciare il “danneggiamento stradale” relativo al furto del cartello, che originariamente indicava il parcheggio sotterraneo.
Il rammarico è per la mancanza di tutela per un’opera ormai dichiaratamente accettata nei circuiti di arte istituzionale, eppure se fosse di proprietà (com’è accaduto precedentemente e accade tuttora per alcune opere murali) non perderebbe forse quell’impronta anarchica che contraddistingue la street art da tutte le altre arti?
Le ipotesi sul furto dell’arte di Banksy
Data la quotazione artistica che Banksy ha raggiunto negli ultimi anni, si potrebbe pensare che le motivazioni del furto possano essere attribuite a un mero discorso economico, deturpando così l’animo sovversivo di Banksy e delle sue opere. Le supposizioni si fondano su un fatto precedentemente accaduto a Dover lo scorso agosto.
Nella piccola città britannica Banksy nel 2017 aveva dipinto una gigantesca bandiera europea con un uomo munito di scalpello atto a rimuovere le stelle dipinte sopra, come critica in seguito al risultato relativo alla Brexit. Improvvisamente il mese passato, è apparso un telo sulla parete dell’edificio, coprendo il murales dello street artist.
Il mistero è stato poi presumibilmente svelato dal Telegraph, dichiarando che la famiglia Godden, proprietaria dell’edificio sul quale era apparso il graffito di Banksy, avrebbe concluso le operazioni di valutazione per la vendita del pezzo.
Anya Baglioni