Rottura tra i Radicali: il partito che “non deve” o doveva “morire”

Radicali, l’esilio

Una pagina nera quella che sta vivendo la politica italiana negli ultimi tempi, tra crisi generale e scissioni annunciate o in corso d’opera, che vede al centro del dibattito oggi la rottura definitiva all’interno dei Radicali.

Non parliamo di un fulmine a ciel sereno, la tensione all’interno del partito perdurava ormai da mesi e la scomparsa di Marco Pannella il 19 maggio scorso ha acuito tutte quelle divergenze che fino a quel momento non erano venute a galla.

Emma Bonino
Fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/02/11/alta-tensione-in-casa-radicale_df963798-0fa6-4214-8b16-1a1ccdf07671.html

Malcontenti, talvolta anche personali e idee differenti alla base della scissione forzata per i dichiarati “traditori” Emma Bonino, Riccardo Magi, Marco Cappato, Gianfranco Spadaccia e tanti altri, insieme alle associazioni che ad alcuni di questi fanno capo.

Quando Marco Pannella, il leader storico e dalle grandi battaglie, venne a mancare, già qualcuno definiva il Partito dei Radicali come ormai finito. Tuttavia tornò allora al centro del dibattito l’importanza della presenza del Partito nell’arena politica italiana.

Le lotte, gli ideali, davano l’idea per cui era essenziale che il Partito dei Radicali non morisse. Come disse al trentaseiesimo congresso del Partito il leader radicale, rivendicando “la validità della scelta transnazionale e della sfida alla partitocrazia” perché erano “riusciti a realizzare una unità politica con iscritti appartenenti a formazioni diverse.”

“È nei grandi scontri che la democrazia unisce”

È tuttavia tra i grandi scontri che la democrazia sta dividendo. Lo ha fatto durante il referendum costituzionale, che onestamente, per i toni che ha acceso nel tono, non risulta proprio essere una bella pagina della politica italiana, lo fa nel dibattito politico che pullula di accuse reciproche – sempre meno costruttive e fin troppo autoreferenziali – lo fa con questa rottura.

A pensare allo storico leader dei Radicali, che tanto credeva nella nobiltà della politica, verrebbe da chiedersi cosa penserebbe dello scacco matto ad Emma Bonino ad esempio, che, amareggiata, preferisce non commentare l’”esilio”.

Quel che è certo è che questo fiume di rabbia che dilaga tra popolo e partiti si sta rivelando un controproducente covo di divisione e distruzione.

Ilaria Piromalli

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