Entro il prossimo 15 giugno Equitalia invierà nelle case dei contribuenti che hanno aderito alla rottamazione il conto da pagare, Federcontribuenti:
”nel modello di adesione fatto firmare ai contribuenti non erano previsti interessi aggiuntivi. Il Fisco ha finto di seppellire l’ascia di guerra”. Intanto si pensa alla rottamazione delle liti.
I contribuenti che hanno aderito alla rottamazione potranno pagare l’intero importo entro il mese di luglio oppure in 5 rate ma, ”sulle rate successive alla prima saranno aggiunti gli interessi del 4,5% annuo, da calcolare a partire dal 1° agosto 2017. Il Fisco ha invitato ad aderire con l’illusione di un risparmio sugli interessi che in realtà ha re-introdotto anche se in forma minore”.
Equitalia è stata chiara solo nel ricordare ai contribuenti che la rottamazione sarà valida solo se rispetteranno – rigorosamente i termini di scadenza -. I contribuenti pentiti potranno fare marcia indietro non eseguendo alcun pagamento.
”Considerato che il conto sarà calcolato da Equitalia o dai vari agenti della riscossione, – precisa la Federcontribuenti -, prima di pagare il contribuente dovrà verificare se la somma è giusta perchè è già capitato che le sanzioni, invece di essere contraddistinte con la lettera S sono state segnalate con la lettera I di imposte gonfiando anche del 30% la somma dovuta. Oppure Equitalia potrebbe inserire – per errore – nel calcolo anche cartelle precedentemente pagate o annullate da sentenza passata in giudicato, in questi casi il contribuente dovrà, prima del 15 giugno e con lettera raccomandata, inviare la richiesta di rettifica agli Enti coinvolti”.
Pronta una nuova ondata di rottamazione, stavolta per chiudere le liti.
Il governo entro l’inizio del prossimo autunno deve trovare 30 miliardi di euro e il MEF è quindi spinto a far cassa, velocemente: ”i contenziosi verso il fisco rallentano i piani di governo che pensa ad un modo per – rottamare le liti pendenti tra fisco e contribuenti -.”
Cosa prevede questa rottamazione delle liti?
Il contribuente per risolvere e chiudere la lite dovrebbe pagare tutti gli importi indicati nell’atto impugnato e gli interessi da ritardata iscrizione a ruolo, calcolati fino al sessantesimo giorno successivo alla notifica dell’atto. ”Il danno ai contribuenti si nasconde dietro la schermata del -primo grado – significa che i contribuenti che hanno un contenzioso vincente, in tutto o in parte, in primo grado dovranno annullare la sentenza e pagare per chiudere il contenzioso, non si capisce perchè un contribuente dovrebbe aderire ad una simile, sgangherata, proposta.
L’intera campagna di adesione è stata costellata da dubbi irrisolti e da una normativa poco chiara con evidenti tratti di disparità di trattamento, ”una guerra ben lontana da una risoluzione di pace perché quando tu Fisco insisti nel perseguire il tuo unico scopo – fare cassa – sottraendoti ai limiti e ai doveri imposti dalla Legge non risolvi il contenzioso ma getti benzina sul fuoco. Per questo invitiamo i contribuenti a non demordere e a non farsi schiacciare da dichiarazioni volutamente minacciose”. Federcontribuenti ricorda al governo che non esistono alternative per risolvere la guerra in atto tra Stato e contribuente e che che l’unica via è di rendere il fisco attraente ed equo attraverso una diminuzione delle imposte mediante un tetto per capacità di reddito, è infatti la somma tra imposte dirette e indirette locali e nazionali che rendono il carico fiscale mortale. Per i 30 miliardi ”potrebbero pensare ad una patrimoniale, perché a noi interessa rilanciare sviluppo e occupazione lasciando respirare le imprese che aprono e assumono e salvare chi è a rischio fallimento”.