La sonda Rosetta si è spenta per sempre.
È accaduto oggi alle 13,20, ora italiana, dopo 12 anni di servizio.
Raggiunto il suo obiettivo, toccare il suolo della cometa 67P, i suoi strumenti si sono spenti.
Un avvenimento previsto, ma che ha lasciato dietro di sé una scia di tristezza per coloro i quali hanno seguito e monitorato gli spostamenti di Rosetta dal suo lancio, fino al suo definitivo spegnimento.
Prima che ciò avvenisse, Rosetta ha inviato immagini molto ravvicinate della superficie di 67P.
È la prima volta nella storia che una sonda riesce a scattare fotografie di una cometa ad una distanza inferiore ai 9 chilometri.
Le foto, inviate in tempo reale sono state immediatamente sottoposte ad analisi dai tecnici.
Ha anche inviato dati utili riguardo la composizione dei gas presenti sulla cometa.
Dati che confermano la teoria secondo cui le comete trasporterebbero gli elementi necessari la nascita della vita.
L’ultima fotografia è stata scattata a 5 metri dalla superficie di 67P.
L’ultimo saluto e ringraziamento a Rosetta per il prezioso lavoro svolto, l’Azienda Spaziale Europea lo ha lanciato in tutte le lingue tramite Twitter.
Anche l’Italia ha contribuito alla costruzione di Rosetta.
Infatti, sul lander Philae rilasciato dalla sonda era presente un trapano condensato in 45 kilobyte.
Quel trapano, il cui compito era quello di bucare la superficie della cometa e analizzarne la composizione, è stato costruito in Italia.
Il compito era stato affidato a Leonardo-Finmeccanica.
Il trapano funziona con appena 7 watt.
A causa del primo aggancio fallito della cometa, il lander Philae si è fermato in una posizione che gli rende impossibile portare a termine il suo compito.
Questo inconveniente non fa scemare l’entusiasmo di tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questo progetto.
Siamo di fronte ad un grande successo che ha visto superate tutte le sfide previste.
Secondo il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, Rosetta ha aperto le porte al possibile sfruttamento minerario delle comete.
Grazie del tuo prezioso lavoro, Rosetta.
Jessica Tomatis