Rosa Teruzzi (1965) torna in libreria con una nuova opera: La fioraia del Giambellino. Questo romanzo, dalle tinte gialle, è il quinto dell’autrice e il secondo pubblicato con la casa editrice Sonzogno. Il tutto è stato scritto a Como, dove la milanese Teruzzi ama rifugiarsi per dedicarsi alla stesura dei suoi lavori.
Con La sposa scomparsa (2016) la scrittrice aveva dato vita ad un trio di investigatrici davvero originale. Meneghine e ficcanaso, le protagoniste di queste pagine fresche di stampa sono ancora loro: Vittoria, sua madre Libera e nonna Iole. La prima è una poliziotta tutta d’un pezzo, la seconda una fioraia con la sindrome di Miss Marple e la terza una nonnina femminista e amante dello yoga.
La storia si svolge tra Milano e la Brianza
Manuela è una ragazza come tante, con un sogno che sta per avverarsi: finalmente indosserà l’abito bianco. Ha sempre avuto un’indole romantica e vorrebbe tanto avere un padre che l’accompagni all’altare. Ma lei non conosce l’identità dell’uomo e sua madre non vuole condividere questo segreto… perché?
La ragazza decide di rivolgersi ad alcune donne molto speciali, di cui ha sentito parlare. Iole e famiglia si metteranno sulle tracce del padre di Manuela, attraversando Milano fino ad arrivare alla Brianza. Cosa nasconde la madre della futura sposa? I tasselli raccolti dalle investigatrici portano a galla dettagli che forse sarebbe meglio tacere…
Questa è la seconda avventura dell’eccentrico trio tutto al femminile. Ci sarà anche un terzo capitolo? Finiremo per vedere una trasposizione televisiva di questi romanzi? È presto per dirlo anche se il giallo appassiona molti e Montalbano – su tutti – è un esempio lampante di quanto sia facile innamorarsi di un personaggio, se ben costruito. Le recensioni Amazon sul primo libro (La sposa scomparsa) offrono giudizi (quasi) sempre positivi. Nonna Iole e famiglia diventeranno delle stelle? Non c’è indagine che possa metterci al corrente del futuro di un libro se non l’esperienza della sua lettura.
Luca Foglia Leveque