Rosa Balistreri nasce a Licata, in Sicilia, il 21 marzo 1927 e muore a Palermo il 20 settembre 1990. Si può considerare la prima cantautrice e cantastorie donna italiana. Rosa nasce in una famiglia povera ed è costretta a tanti sacrifici ma lascia un segno indelebile nella storia della canzone del Paese. Il suo canto arriva dalla terra amara della Sicilia, è così che lei stessa la definisce in una canzone. La sua voce forte ed espressiva racconta della sua condizione subalterna in una regione dalle poche opportunità. La cantautrice esprimere i suoi racconti a pieni polmoni, canta accompagnandosi con una chitarra e con la sua voce tormentata racconta storie di amore, dolore e ingiustizia.
Malidittu tutti st’anni
cu lu cori sempri nguerra
Notti e jornu.
Malidittu cu t’inganna
prumittennuti la luci
e a fratillanza.
Alcune tragedie di Rosa Balistreri
Rosa vive l’esperienza del carcere, imprigionata dopo aver derubato dei gioielli dalla casa in cui lavora come domestica. Si innamora del figlio della sua padrona e lui la incita a rubare gli oggetti preziosi della madre per scappare insieme, dopodiché la tradisce e condanna. Dopo il carcere Rosa si rifugia con suo fratello in una chiesa di Palermo dove diventa la custode. Deve presto scappare anche da qui perché riceve delle molestie da un prete. Rosa ruba i soldi nelle cassette delle offerte per i poveri e scappa. Vuole reagire all’oppressione ed emigra in centro Italia per cercare una vita migliore. Si stabilisce a Firenze ed in questa città impara a suonare la chitarra. In questo periodo fiorentino la sua condizione di vita migliora ma perde la sorella uccisa dal proprio marito che non accetta di essere lasciato. In seguito il padre si impicca per la tristezza.
Negli anni Sessanta la donna, soprattutto al sud, è sottoposta a rigide condizioni relegata principalmente all’ambiente domestico e vittima di soprusi imposti dalla società di tipo patriarcale. Rosa Balistreri reagisce alle ingiustizie lottando controcorrente.
L’esordio nella canzone popolare
Nonostante tutte le sfortune Rosa Balistreri fa amicizia con molti artisti e intellettuali. In particolare il poeta Ignazio Butitta le insegna a scrivere. Rosa ha trent’anni ed inizia a creare testi e comporre musiche per intonare poesie.
La voce di Rosa, il suo canto strozzato, drammatico, angosciato, pareva che venisse dalla terra arsa della Sicilia. Ho avuto l’impressione di averla conosciuta sempre, di averla vista nascere e sentita per tutta la vita: bambina, scalza, povera, donna, madre, perché Rosa Balistreri è un personaggio favoloso, direi un dramma, un romanzo, un film senza volto.
Ignazio Butitta
Rosa Balistreri è una delle protagoniste della scena musicale popolare degli anni Sessanta. Partecipa allo spettacolo di canti popolari diretto da Dario Fo intitolato “Ci ragiono e ci canto”. Rispetto a tutti gli altri interpreti Rosa emerge per il forte sentimento con cui canta le canzoni popolari siciliane. Lei non recita ma esprime i suoi sentimenti con gli accordi della sua chitarra. La cantautrice racconta la sua storia e sa emozionare chi l’ascolta.
Il ritorno in Sicilia e la scena internazionale
Rosa Balistreri ritorna in Sicilia e si trasferisce a Palermo. Rivive la sua regione con uno spirito diverso da quando l’aveva lasciata: è diventata un’artista. Negli anni Settanta partecipa, insieme alla cantante Maria Carta e alla Nuova Compagnia di Canto Popolare ad un festival di musica folk in Salento. L’evento è unico nel suo genere: ci sono anche le quattro celebrità internazionali del folk americano, sudamericano ed europeo: «Amalia Rodriguez, la regina del Fado; Odetta, la voce simbolo della segregazione razziale; Maria Betana, il Brasile mistico; Vinicius De Moraes, il poeta della bossanova».
La cantautrice del sud continua ad esibirsi e continua a proporre canzoni popolari in dialetto, interpretare poesie e scrivere canzoni fino alla fine dei suoi giorni. Rosa muore a causa di un ictus celebrale.
Ad oggi possiamo considerare Rosa Balistreri la prima cantautrice donna del Novecento: ha preso una chitarra in mano, ha espresso la sua voce e lottato per la sua indipendenza.
http://https://www.youtube.com/watch?v=SaKcbGMdKuE
Oggi sono passati trent’anni dalla tua morte, buon anniversario Rosa.
Cristina Meli