Poco originale. Scontato. Già visto. Quante volte per commentare un film, un libro, un’opera teatrale il cui finale avevate previsto e per questo a parer vostro poco riuscita avete usato questi aggettivi? Tante, immagino. Preparatevi, perché potreste dover cambiare punto di vista: non sempre l’originalità, almeno nei contenuti, è la carta vincente. Se vi dicessi che Romeo e Giulietta, il capolavoro di William Shakespeare probabilmente in cima alla lista per fama e bellezza tra le opere teatrali, ha una trama scritta centinaia di anni prima, addirittura dai greci?
Piramo e Tisbe
Il poeta latino Ovidio, nelle sue Metamorfosi, racconta il mito, addirittura ancora più antico, di origine greca, di Piramo e Tisbe, due giovani innamorati il cui amore viene contrastato dalle rispettive famiglie. Vi ricorda qualcosa? Pensate…i due, per sfuggire alla difficile situazione e al contrasto genitoriale organizzarono una fuga d’amore. Ancora non viene in mente niente? Tisbe, arrivata nel luogo dell’incontro, viene attaccata da una leonessa, ma mettendosi in salvo perde un indumento macchiato di sangue. Piramo lo ritrova, e credendola morta si suicida con una spada. Tisbe, accorsa, lo trova in fin di vita, e non sopportando il dolore si lancia sulla spada dell’amato, morendo anche lei. Non vi sembra una storia infinitamente più famosa?
L’ispirazione supera l’originalità
Alzi la mano chi darebbe del poco originale a Sir WIlliam Shakespeare. Nessuno, spero. Ispirazione è una parola chiave nel mondo dell’arte. Cogliere, rubare con gli occhi, capire il potenziale di una storia, trarne spunto è parte integrante dell’estro creativo. E anche capire quando si ha sotto mano qualcosa di già valido di suo. Farla propria, esprimerla nei giusti modi, trovare il giusto intreccio e le giuste parole, è quella la carta vincente, è quello che fa la differenza tra un imitatore…e Shakespeare. Immaginate se il celebre drammaturgo avesse forzatamente cambiato il finale di Romeo e Giulietta perché troppo simile a quello di Piramo e Tisbe, ai quali i critici dicono si sia ispirato per la realizzazione del suo capolavoro più famoso, pur di essere originale. Un disastro. E l’opera teatrale per eccellenza sarebbe probabilmente meno celebre di come poi è diventata. A volte, se il finale è già visto è semplicemente perché è l’unico finale sensato. L’ originalità, in fondo, è nel come, non nel cosa. Un finto artista, fa di tutto, anche ciò che non serve, per essere originale. Un vero artista, prende una storia vecchia centinaia di anni, e con le giuste parole, genio e talento la trasforma in magia.
Beatrice Canzedda