L’Unione Europea ha ufficialmente approvato l’ingresso completo di Romania e Bulgaria nell’area Schengen a partire dal 1° gennaio 2025, sancendo l’abolizione dei controlli alle frontiere terrestri con gli altri Paesi membri. La decisione arriva dopo un lungo processo di negoziazioni che ha richiesto ben tredici anni, nonostante entrambi i Paesi avessero soddisfatto i requisiti tecnici per l’adesione già nel 2011. L’estensione dell’area Schengen ai due Paesi permetterà ad oltre 400 milioni di persone di sfruttare il loro diritto alla libera circolazione in 29 Paesi dell’Unione Europea.
Un iter complicato: ostacoli e negoziazioni
“Una grande vittoria per la Bulgaria, la Romania e tutta l’Europa”, ha esortato la presidenza del Consiglio dell’UE, dopo la definitiva decisione di allargare la Romania e Bulgaria nell’area Schengen. L’ostacolo principale all’ingresso di Romania e Bulgaria è stato il veto imposto da alcuni Paesi membri, tra cui l’Austria, per timori legati ai flussi migratori irregolari.
In particolare, si temeva che il confine tra Bulgaria e Turchia potesse diventare un punto di accesso privilegiato per le migrazioni verso l’Europa. Solo alla fine del 2023, durante un incontro a Budapest, è stato raggiunto un compromesso con Vienna, che ha infine accettato di eliminare il veto, ponendo però alcune condizioni per i controlli alle frontiere interne.
Il Commissario UE per gli Affari Interni e la Migrazione, Magnus Brunner, ha espresso l’importanza del momento, storico per la Romania e la Bulgaria. Anche la Commissione Europea, tramite le parole di Ursula Von der Leyen, ha condiviso la soddisfazione dell’inclsione di Romania e Bulgaria nell’area Schengen.
La storia dell’Area Schengen
L’Area Schengen, istituita nel 1995, rappresenta una delle conquiste più significative dell’integrazione europea, offrendo la libera circolazione a oltre 445 milioni di persone in 29 Paesi, tra cui 25 membri dell’Unione Europea. Tra gli Stati non aderenti figurano Irlanda e Cipro, il primo per scelta politica, il secondo per mancanza dei requisiti tecnici. Con l’ingresso di Romania e Bulgaria, Schengen consolida ulteriormente la sua posizione come la più grande area al mondo senza controlli alle frontiere interne.
Le nuove responsabilità di Romania e Bulgaria nell’area Schengen
Con l’adesione all’Area Schengen, Romania e Bulgaria diventano i nuovi confini esterni dell’Unione Europea verso est, assumendo il compito di garantire controlli adeguati alle frontiere con Paesi non membri come Ucraina, Moldavia e Turchia. Questi controlli saranno cruciali per evitare flussi migratori irregolari e garantire la sicurezza interna dell’Unione.
Nonostante l’abolizione dei controlli alle frontiere terrestri, l’accordo prevede un periodo iniziale di monitoraggio, con verifiche potenzialmente estendibili tra Romania, Bulgaria e Ungheria. Questa misura riflette le persistenti preoccupazioni di alcuni Stati membri, tra cui l’Austria, che continuano a percepire i flussi migratori come una minaccia alla sicurezza.
L’impatto sull’Unione Europea
L’ingresso di Romania e Bulgaria nell’area Schengen è stato accolto con entusiasmo da diversi leader europei. Il commissario agli Interni Magnus Brunner ha descritto il momento come uno dei più significativi per l’Unione Europea, insieme all’introduzione dell’euro e al mercato unico. Anche Sándor Pintér, Ministro ungherese degli Affari Interni, ha sottolineato l’importanza della decisione, definendola un passo cruciale per l’intera Europa, non solo per i cittadini rumeni e bulgari.
La crescente tendenza a reintrodurre controlli alle frontiere interne in risposta a pressioni migratorie e preoccupazioni per la sicurezza pone sfide all’efficacia del sistema Schengen. Paesi come Germania, Francia e Paesi Bassi hanno adottato misure temporanee negli ultimi anni, alimentando un dibattito sull’effettiva capacità dell’Unione di mantenere uno spazio senza frontiere completamente funzionante.
Un futuro di maggiore integrazione
Con l’inclusione di Romania e Bulgaria, l’Area Schengen si avvicina sempre più a una visione di Europa unita e senza barriere interne. Permangono però questioni irrisolte, come l’adesione di Cipro e le critiche verso il riemergere di controlli interni. Per molti, il successo dell’allargamento di Schengen dipenderà dalla capacità dell’Unione di bilanciare sicurezza e libertà, mantenendo viva la promessa di un’Europa aperta e inclusiva.
Il 1° gennaio 2025 sarà una data storica non solo per Romania e Bulgaria, ma per l’intero progetto europeo, simbolo di una cooperazione che, nonostante le difficoltà, continua a evolversi.