In questi giorni di scuole chiuse a causa dell’emergenza climatica, spunta un nuovo caso di sospetta discriminazione scolastica nella capitale. Ad avanzare le accuse è la professoressa Giovanna Vivinetto, licenziata dopo soli nove giorni di lavoro presso l’istituto paritario “Kennedy” di Roma. Secondo la giovane insegnante, il licenziamento non sarebbe dettato da inadeguatezza professionale, come inizialmente motivato dalla scuola, ma da discriminazione nei confronti della sua identità di genere. La professoressa Vivinetto ha infatti affrontato e completato un percorso di transizione di genere. Tra i vari punti dell’ottimo curriculum, la professoressa è inoltre una giovane promessa della poesia italiana, essendosi aggiudicata il premio opera prima per la poesia al prestigioso premio Viareggio edizione 2019, con la sua raccolta Dolore minimo (opera per la quale, tra l’altro, aveva ricevuto vergognosi attacchi dall’associazione italiana ProVita).
Il caso
La giovane insegnante ha ricostruito accuratamente la dinamica della vicenda:
“Il giorno dopo il mio allontanamento ci sono stati subito nuovi colloqui per sostituirmi e il caso ha voluto che uno dei candidati fosse un mio collega universitario. Dopo l’incontro mi ha contattato via Facebook raccontandomi che la proprietaria della scuola si era lamentata che lui avesse un piercing e ha motivato la sua esclusione dicendo che “nella scuola ci sono molte famiglie ricche e bigotte, tanto che abbiamo dovuto anche licenziare Giovanna Vivinetto, perché transessuale”.
Curiosamente emerge un conflitto interiore nelle parole della proprietaria, che accusa le famiglie di bigottismo e ottusità ma si rifiuta comunque di intervenire a favore di un cambiamento dello status quo dell’istituto: queste parole, comunque, sono state registrate dalla professoressa e costituiscono al momento la prova principale a sostegno delle accuse.
Nei gironi scorsi è stata lanciata una petizione su change.org, noto sito di raccolta adesioni, che in pochi giorni ha già sfiorato le 15mila firme. Nell’appello si svolge in primo luogo al ministro Fioramonti, poi ai sindacati e alle associazioni LGBT , dichiarandosi volenterosa di arrivare a un patteggiamento privato, senza necessità di spingersi fino alle aule di tribunale. Giovanna Vivinetto è inoltre apparsa su La7 presso il noto talk show Non è l’arena, condotto da Massimo Giletti, dove ha avuto una diatriba con Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, a proposito della vicenda che l’ha vista protagonista. Attendiamo ulteriori aggiornamenti per capire se la vicenda si svilupperà per vie legali o se sia destinata a rimanere uno spunto di dibattito istituzionale e culturale.
Agata Virgilio