Roma crisi idrica Acea cerca soluzioni

Roma crisi idrica

Il problema idrico principale a Roma è la dispersione dell’acqua. Le tubature ormai obsolete hanno una dispersione del 44% nel tragitto che compie dalla sorgente ai rubinetti delle nostre case. Questo problema l’Acea lo vorrebbe risolvere con l’ammodernamento delle tubature per ridurre la perdita di almeno il 20% in un anno. Il costo dell’operazione del primo intervento sarebbe di 28 milioni di euro e comprenderebbe 70 chilometri di rete idrica. La nuova dirigenza dell’Acea, nominata da Virginia Raggi il 27 aprile, accusa la vecchia dirigenza che nel corso del suo mandato ha fatto solo migliorie informatiche e non di manutenzione delle tubature. Questo ha portato alla crisi che si va pian piano a delineare. Nel piano industriale 2016-2020 non veniva menzionata la manutenzione straordinario delle tubature e per questo siamo arrivati fino a questo punto. La nuova dirigenza ha immediatamente preso le redini della situazione cambiando repentinamente le priorità del piano industriale per cercare di tamponare la crisi in corso.

Questo piano si sta cercando di attuare velocemente per evitare il disastro ambientale a spese del Lago di Bracciano. La siccità che ha investito la nostra penisola ha intaccato fortemente anche la capitale per la prima volta. Questo ha portato a raddoppiare la captazione delle acque dal lago di Bracciano fino ad arrivare a prendere 3000 litri di acqua al secondo. Il metodo messo in atto è consentito nella convenzione settantennale stipulata nel 1900 ma che porterebbe una diminuzione del livello del lago di altri 60 centimetri oltre i 140 attuali. Inoltre ci sarebbe anche un aumento della captazione dell’acquedotto Peschiera-Capore. Tutto questo per evitare gravi danni al bacino idrico di Roma nord, i cittadini di queste zone hanno già pronto un esposto alla procura della Repubblica di Civitavecchia. Il problema che si sta soprattutto riscontrando nel Lago di Bracciano sarebbe la modifica irrecuperabile dell’ecosistema. Purtroppo anche con questo piano i primi risultati avverranno fra un anno e quindi per questa estate non sembra esserci altra soluzione se non quella di una maggiore captazione nel lago. Per evitare questo i comuni di Anguillara, Bracciano e Trevignano hanno pronto un esposto per far controllare che tutto questo sia in linea con convenzione del 1990. Una corsa contro il tempo con la speranza di fermare la rovina dell’ecosistema del lago, l’Acea nel mentre cerca di velocizzare il più possibile il nuovo piano di ammodernamento delle tubature per diminuire la dispersione dell’acqua. Si spera di fare in tempo a fare tutto.

CD




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