La notizia giunge dall’Università della California – Berkeley, nel prossimo futuro forse la robotica ci proporrà robot con dita ai piedi. La ricerca pubblicata su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences.
Robot con dita ai piedi? Per quanto possa sembrare bizzarro, c’è sempre un’università in giro per il mondo che conduce una ricerca che fa sollevare più di un sopracciglio. L’Università della California ha indagato la straordinaria capacità dei gechi di correre su una superficie verticale senza rallentare: questo rivela il contributo portato dalla loro capacità di orientare le dita. I gechi possiedono infatti cinque dita e molta attenzione era stata riservata finora al contributo fornito dai peli delle loro estremità (15000 per zampa ciascuno dei quali ha la parte terminale ulteriormente suddivisa, creando migliaia e migliaia di punti di contatto) alla incredibile capacità di aderenza basata sulle forze intermolecolari che permette loro di sfidare la forza di gravità. Tanto è vero che dopo aver scoperto il segreto dei gechi sono stati realizzati superadesivi che funzionano persino sott’acqua. Sono infatti basati sulle forze intermolecolari.
L’esperimento
Yi Song uno studente proveniente dall’Università di Nanchino in visita a Berkeley ha firmato la ricerca insieme all’autore anziano Robert Full, professore di biologia integrata e ad altri due colleghi. La loro ricerca è consistita nel far correre dei gechi in orizzontale lungo una parete riprendendo le zampe con una videocamera ad alta velocità. Se vi è mai capitato di vedere dei gechi correre lungo una parete, vi sarete resi conto della loro straordinaria capacità di scalare una parete verticale senza rallentare minimamente persino se ci sono asperità. Lo studio li ha fatti correre in orizzontale perché gli scienziati volevano che la forza di gravità e le forze relative al movimento avessero direzioni diverse in modo da analizzare come si controbilanciassero più facilmente.
L’importanza dell’adesività
Il risultato è stato che l’utilizzo delle dita è almeno altrettanto importante che la loro adesività. I gechi, ad esempio, orientano le dita delle zampe superiori sia della zampa anteriore che posteriore verso l’alto mentre procedono in orizzontale. Il movimento avviene in questo modo per meglio controbilanciare la gravità. Ma non è finita qui: quando un dito perde aderenza per un istante, immediatamente i gechi compensano esercitando più forza con un altro dito. Il fatto che gli arti siano flessibili li aiuta a conformarsi meglio attorno alle asperità inserite di proposito dai ricercatori. Anche se la ricerca è stata pubblicata su Biological sciences, i ricercatori pensano che queste scoperte possano dare degli spunti interessanti agli ingegneri. In questo senso, i robot con dita ai piedi realizzate in materiali flessibili saranno il futuro? Certamente la capacità di arrampicarsi come gechi aprirebbe la strada a impieghi lavorativi molto interessanti.
Roberto Todini