Robin Wright non ci sta e dice basta! O meglio “Pagatemi quanto Kevin Spacey”. Proprio così. Anche per lei è cominciata la battaglia, già intrapresa da molte attrici hollywoodiane, a suon di cachet.
L’attrice, infatti, per i pochissimi che magari non lo sanno, fa parte del cast di una delle serie più amate e apprezzate degli ultimi anni, “House of Cards”, vestendo i panni di Claire Underwood, la first lady d’America. La sua co-star nella serie è Kevin Spacey, che interpreta il presidente degli Stati Uniti nonché suo marito, Frank Underwood.
Qual’è stato il motivo che ha portato la Wright nel bel mezzo di un incontro organizzato dalla Rockefeller Foundation a dichiarare pubblicamente di voler avere lo stesso stipendio del suo collega Spacey?
Queste le parole dell’attrice: “Ci sono pochissimi film o serie dove l’uomo, il patriarca, e la matriarca sono uguali. E in House of Cards succede. Per un periodo di tempo Claire Underwood è stata persino più popolare di Frank. Ho investito in questo ruolo e ho detto: o mi pagano meglio oppure mi espongo pubblicamente. E l’ho fatto“.
La questione è molto semplice. L’attrice, proprio come Spacey, oltre ad aver recitato in tutti gli episodi di tutte le stagioni è anche tra i produttori esecutivi della serie, ma non solo! Infatti per alcuni episodi si è curata anche della regia. Insomma stesso lavoro, stessi ruoli, stesso stipendio. Fine. E invece no. Infatti se per Spacey si parla di uno stipendio di 500mila dollari ad episodio, per la Wright si parla di “appena” 420mila. Certo, non si discute di avere difficoltà ad arrivare a fine mese per entrambi, questo è chiaro, ma perché questa disparità nella retribuzione lavorativa?
La dichiarazione della Wright non fa che mettere luce nuovamente sulla ribellione intrapresa già da molte star di Hollywood del calibro di Meryl Streep e Jennifer Lawrence sul wage gap, ovvero la differenza tra gli stipendi maschili e femminili. La loro battaglia testimonia quanto sia (ancora) difficile per un’artista donna affermarsi in un mondo prettamente maschilista. Quanto sia ancora difficile farsi considerare non solo per la bellezza ma anche per la professionalità, il talento e la dedizione che si mette nel fare il proprio lavoro. Perché un “bel visino può sempre essere sempre rimpiazzato da un altro bel visino”. Magari può essere anche una delle attrici più brave con a casa un Oscar, ma sarà sempre un’attrice rimpiazzabile, soprattutto se si mette a discutere su una possibile differenza di stipendio tra lei e i suoi colleghi, ovviamente maschi.
Certo, in questo caso si parla di una star di Hollywood. Ma questa lontana realtà è vicina a noi donne più di quanto vogliamo ammettere. È un problema che ci tocca da vicino. I dati lo dimostrano. In Europa, la donna guadagna almeno il 16% in meno degli uomini. Insomma anche in questo caso stesso lavoro, stessa istruzione, stesso impegno, stesso sacrificio, stessa dedizione ma stipendi diversi.
La parità in tutto questo dov’è? Che sia veramente così difficile ottenere una cosa in realtà così semplice?
Giulia Simeone