Progetto 2000 è un’azienda milanese fondata da Roberta Zivolo che, da oltre 40 anni, è impegnata nel settore del Business Outsourcing e Business Experience.
Questa, però, non è un’azienda come le altre. Qui, infatti, lavorano solo donne. Ma soprattutto, mamme.
L’idea che sta alla base di Progetto 2000 è quella di creare una realtà che accolga le donne e, soprattutto, che le motivi e le sostenga nel percorso della maternità.
Sono ancora molte, infatti, le donne costrette a lasciare il proprio posto di lavoro perché, per molte aziende, la gravidanza rappresenta un impedimento al lavoro.
Per capirne meglio i valori e le prospettive, ne abbiamo parlato proprio con lei in un’intervista.
Lei ha aperto la sua prima azienda a soli 20 anni, facendosi strada in un mondo prevalentemente maschile. Quali sono le difficoltà che ha incontrato nel suo percorso e cosa l’ha spinta a ideare Progetto 2000?
Roberta Zivolo:
Quando sono stata assunta nella prima azienda, purtroppo, c’era veramente tanta tristezza, tanta competizione, quello che spiccava era un clima di perenne rivalità e mobbing e questa cosa mi aveva dato molto fastidio. Mi vedevo circondata da persone frustrate, malinconiche. Purtroppo, il sistema insegnava questo: dovevamo essere l’una più brava dell’altra, a tutti i costi, senza guardare in faccia nessuno.
Ma “da ogni esperienza negativa, si può trarre la saggezza contenuta”, pertanto io ringrazio quello che ho vissuto, perché mi ha dato la forza e la determinazione di concepire il progetto di un’azienda diversa, dove le persone potessero essere davvero felici, valorizzando il loro potenziale.
Piano piano, un lavoro dopo l’altro, sono riuscita a mettere da parte risparmi e a realizzare il mio progetto.
Ottanta dipendenti, di cui settantacinque donne, con l’85% di donne che ricoprono ruoli manageriali e un motto che è qualcosa di più di un semplice slogan: ferie e orari sono sacri! Questo rappresenta un impegno sincero, che ho assunto fermamente. Lo ripeto spesso, ma soprattutto lo rendo possibile.
Ogni qual volta che mi annunciavano una maternità, toccavo il cielo con un dito, era una grande festa per tutti!
Convergiamo tutti verso un progetto comune, in vista del benessere generale. È di aiuto all’evoluzione dell’azienda andare incontro alle esigenze di ognuno, effettuando variazioni dell’orario o delle modalità di lavoro; tendo sempre a immedesimarmi in loro e comprenderne le necessità economiche e personali. Tutelarle è il primo passo per farle lavorare bene.
Dott.sa Roberta Zivolo, uno dei punti di forza della sua azienda è l’incentivazione alla maternità, tanto che negli anni avete visto nascere ben 127 bambini. Tuttavia questo richiede dei costi. Come riuscite a gestire questa dinamica?
Roberta Zivolo:
La maternità in linea generale è vita, ma è sentita ancora come un costo per le imprese. Questo aspetto è inconfutabile, ma parte di questo costo è stato trasformato in costo sociale coperto da contributi, comunque resta a carico dell’impresa la differenza in termini di organizzazione del lavoro e aspetti economici.
Dato per scontato quanto sopra, spetta all’impresa trasformare questo costo in quanto tale in opportunità. Questo consiste nel partecipare all’evento con assistenza e gioia; tener conto del periodo ante, durante e dopo l’evento; flessibilizzare l’orario, le modalità, le attività del lavoro da svolgere.
All’Università insegnano a quadrare i conti in orizzontale e verticale e che un’azienda sta in piedi solo perché ci deve essere il profitto. In questo mondo così egoico, che razionalizza tutto, dove ogni cosa deve quadrare alla perfezione secondo criteri spesso incomprensibili, stabilisce che sia necessario un margine consistente per tenere in piedi un’azienda, altrimenti è meglio chiuderla.
Io non ho mai dato priorità a questo dato. Sono ricca per i 127 bambini nati. In Progetto 2000 lavorano 6 di quegli ex bambini che oggi sono laureati, alcuni lavorano a fianco delle loro mamme, di altri le mamme sono già in pensione. Un imprenditore dovrebbe veramente pensare a questo: incentivare la maternità, se non è un imprenditore a farlo chi lo dovrebbe fare?
Nel 2021, in Italia, il gender gap è oltre il 40%, uno dei dati più preoccupanti d’Europa. Come vede il futuro imprenditoriale italiano per quanto riguarda la disparità di genere?
Roberta Zivolo:
La disparità di genere è ancora pesante, ma negli ultimi anni il processo di recupero si è avviato e sta andando avanti con gradualità. Occorre mantenere l’attenzione al livello raggiunto e progredire senza strappi eccessivi. La parità di genere a livello di principio, oramai nel nostro Paese, ai giorni di oggi è generalmente accettata a livello applicativo, c’è ancora un po’ di strada da fare e la faremo.
Per questo è stato indetto il bando europeo che intende contribuire all’attuazione della “Strategia UE per la parità di genere”. In particolare, intende contribuire a promuovere il pieno esercizio dei diritti delle donne, la rimozione degli stereotipi di genere, l’uguaglianza di genere, incluso l’equilibrio tra vita professionale e privata, l’emancipazione delle donne e il mainstreaming di genere.
Finalmente le imprese, in virtù dell’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile, dovranno entro il 2030 porre in essere una politica aziendale di inclusione femminile per il raggiungimento della parità di genere.
Ad oggi, per le donne, è ancora molto difficile conciliare la carriera lavorativa con la formazione di una famiglia. Quale consiglio darebbe Roberta Zivolo a una giovane donna che vuole affermarsi in ambito aziendale, senza rinunciare alla maternità?
Roberta Zivolo:
La maternità è un passaggio fondamentale nella vita di qualsiasi donna di questo mondo, è un ruolo essenziale assegnato in esclusiva alle donne e che risponde ad altre esigenze ancestrali della prosecuzione della specie umana sulla terra.
Questo ruolo rende le donne uniche e orgogliose di questo compito per sempre.
Sul lavoro questo passaggio è altrettanto basilare, perché consente nella pratica di passare da figlia a mamma e pertanto da essere capita, a dover capire fin da subito il figlio.
Questo passaggio avviene anche sul lavoro automaticamente e così quello che prima era solo un ruolo da ricoprire in base a ordini e direttive, diviene un ruolo operativo da ricoprire per le finalità e obiettivi della società.
La nostra azienda è un luogo che favorisce la vita, non che la ostacola. La vita delle donne che lavorano si aiuta con l’ascolto sincero, con orari adatti alle esigenze, soprattutto quelle delle mamme, con dei corsi personali e professionali che le facciano crescere e migliorare, con la coltivazione dei talenti, con la cura della salute fisica e psicologica. Tutte cose che a Progetto 2000 Group sono diventate una rarità che funziona.
L’elenco di tutti i benefit li ho pubblicati nella mia autobiografia “La nuova Eva salverà il mondo!”. Eva è l’acronimo di Essere, Vita, Amore.
Di solito gli imprenditori hanno paura della maternità, tendono a percepirla come un ostacolo. Io invece sono qui a testimoniare che, dopo quarant’anni la mia azienda rosa è ancora in piedi e gode di ottima salute.
Ho sempre avuto un forte senso di condivisione e nel corso degli anni il valore sociale della mia azienda è stato ampiamente riconosciuto e abbiamo ricevuto vari premi; una bella rivincita morale rispetto a un modello che noi diamo per assodato, per il quale le ore in scrivania significano migliore qualità di lavoro.