La Polonia è notoriamente un paese tendenzialmente conservatore e con una visione politica molto vicina alle istanze cattoliche; tale tendenza è maggiormente concretizzata dal governo di Diritto e Giustizia, partito populista rappresentante questa linea di pensiero.
Tuttavia, sembra che vi siano dei piccoli segnali di cambiamento. Uno di essi è incarnato nella figura di Robert Biedroń, sindaco di Słupsk dal 2014, una cittadina nel nord della Polonia, nel vovoidato della Pomerania: esponente dell’ala politica progressista, il suo nome è considerato uno dei papabili per concorrere alla presidenza dello stato dell’Est Europa alle prossime elezioni del 2020.
Nato nel 1976 a Rymanów e cresciuto Krosno, Robert Biedroń dà inizio alla sua attività in seno all’attivismo LGBT tedesco, con cui entra a contatto negli anni Novanta durante gli anni di formazione; la sua carriera politica però ha inizio solo nel 2011, quando viene eletto deputato con il Movimento Palikot nella Sejm, la camera bassa del Parlamento polacco, mentre nel 2014 viene eletto sindaco di Słupsk con il 57% dei voti.
Il suo atteggiamento di dialogo diretto con la società civile attraverso iniziative come quella del “divano rosso”, incontri in cui si confronta con i singoli cittadini accogliendo proposte, critiche e opinioni di questi ultimi in luoghi pubblici, gli obiettivi di bilancio raggiunti con il dimezzamento del debito cittadino e l’investimento dei fondi europei in progetti di crescita per la città hanno valso a Biedroń un ampio consenso pubblico, consentendogli un’ascesa politica a livello nazionale in qualità di rappresentante della sinistra liberale polacca e di valido avversario alle politiche conservatrici e nazionaliste di Diritto e Giustizia, partito al governo dal 2015. Questo crescente successo agli occhi di alcuni osservatori è molto simile a quello dell’attuale presidente francese Emmanuel Macron, e similmente a quest’ultimo è intenzionato a dare vita ad un movimento politico definito dallo stesso “pro democratico”; inoltre sta intessendo alleanze con le forze europeiste vicine al presidente francese.
Una figura di riferimento per i polacchi LGBT
Biedroń tuttavia è un personaggio molto importante per la comunità LGBT polacca, in quanto è il primo politico a ricoprire cariche pubbliche dichiaratamente omosessuale nel paese e la sua presenza ha cambiato molto l’atteggiamento delle persone nei confronti dell’omosessualità, nonostante in Polonia ci siano ancora forti remore su temi come il matrimonio gay. Come egli stesso afferma:
Come membro del Parlamento sono stato aggredito per strada quattro o cinque volte. Ora tutti mi sorridono e mi salutano. [Pochi anni fa] mi avrebbero gridato “Frocio” o mi avrebbero sputato addosso. Oggi invece mi dicono: “Buongiorno, signor sindaco” e questo è un segnale di cambiamento.
Oltre a ciò è dichiaratamente ateo e favorevole ad uno Stato più laico e meno legato alle istituzioni religiose: cosa non scontata in un paese fortemente cattolico come la Polonia, in cui la Chiesa esercita ancora un potente influsso sulle decisioni politiche in tema di diritti civili.
Nonostante la situazione in cui versa la Polonia negli ultimi anni, contraddistinta da provvedimenti di natura autoritaria da parte del governo, Biedroń non si scoraggia, ma anzi è ottimista, anche considerando i risultati delle recenti elezioni amministrative, che hanno visto la perdita di punti percentuali da parte di Diritto e Giustizia e una spaccatura tra aree rurali e urbane, anche se i sovranisti continuano a rimanere in testa:
Non credo che la Polonia non sia pronta per politiche progressiste, perché se alle persone viene proposta un’offerta credibile, esse saranno pronte a darti fiducia.
Non manca di fare autocritica, mettendo in evidenza gli elementi che hanno portato alla ribalta nel suo paese un partito come Diritto e Giustizia, puntando sull’instaurazione di un dialogo diretto con le comunità rurali e delle piccole città:
[I partiti di sinistra] hanno ignorato le realtà locali ed è per questo che i populisti sono cresciuti, perché hanno promesso di ridare loro importanza.
Tra le intenzioni del partito di Biedroń vi è anche quella di cambiare i rapporti tra il proprio paese e l’Unione Europea: secondo il suo parere infatti i governi polacchi precedenti hanno trattato l’Europa semplicemente come una “mucca da mungere“, considerando tale rapporto meramente commerciale.
Le elezioni europee di maggio 2019 saranno il trampolino di lancio per il partito di Robert Biedroń, mentre nel 2020 avranno luogo le elezioni presidenziali polacche: una vittoria del sindaco di Słupsk potrà rappresentare un cambiamento radicale, ma è ancora troppo presto per avere delle certezze; senza dubbio questo politico spezza il luogo comune di una Polonia compatta nel proprio conservatorismo, rappresentando una parte della comunità rivolta a valori progressisti, in controtendenza con il contesto generale.
Barbara Milano.