Curioso come la società odierna sia capace di continui stravolgimenti di pensiero, al limite del parossismo. Qualche mese fa si chiedeva la censura per il film “Split” perché offensivo nei confronti dei malati di mente; stessa cosa è accaduta per “Via col vento”, a detta di molti “razzista” e offensivo per la storia americana. Oggi è il turno del film “Le streghe”, tratto dall’omonimo romanzo di Roald Dahl uscito nel 1983.
Il film “Le Streghe” : la vicenda
Il film “Le Streghe” è uscito nelle sale lo scorso Halloween, con la regia di Robert Zemeckis e con la partecipazione di Anne Hathaway nel ruolo della Strega Suprema. Il lungometraggio ha ricevuto una serie di recensioni e articoli molto positivi, tuttavia sono insorte anche feroci critiche, figlie del politicamente corretto.
Il regista ha adoperato sulla storia originale alcuni cambiamenti, ad esempio il protagonista e sua nonna sono afroamericani (scelta che non influisce sulla trama). Ciò che ha fatto scattare le accuse è stata la scelta di Zemeckis di rappresentare la Strega Suprema con le dita al centro della mano mancanti.
Secondo le critiche questa scelta registica (comunque non presente nel libro) offenderebbe i disabili, tanto che Amy Marren, un’atleta paralimpica, ha pubblicamente condiviso la sua delusione nei confronti della Warner Bros e nei confronti di Anne Hathaway. Una volta che il caso mediatico è scoppiato si sono susseguiti i commenti di scuse, da parte della casa di produzione e dell’attrice, che si scusava verso chiunque si fosse sentito offeso. Una dinamica mediatica ormai già vista numerose volte.
Il romanzo di Roald Dahl è offensivo?
Una cosa che Roald Dahl diceva spesso, durante le interviste, era che gli unici giudizi che ascoltava erano quelli dei bambini: non solo perché le storie le scriveva per loro, ma anche perché erano loro i protagonisti. Ogni volta che Roald Dahl scriveva ritornava bambino e forse noi tutti dovremmo imparare a farlo.
Leggendo “Le Streghe” un bambino si crede protagonista di straordinarie avventure, accompagnato da una nonna tuttofare. Chiudendo il libro, forse si domanda se il mondo che lo circonda sia così straordinario come glielo ha raccontato il suo amico Roald. Un occhio stupito di fronte alla realtà: è forse questo che manca al giorno d’oggi. Le offese non trovano spazio in questo testo, anzi, il messaggio finale è quello di un amore che prescinde l’aspetto fisico.
Non importa chi sei né che aspetto hai. Basta che qualcuno ti ami.
Jacopo Senni