Nel mondo del lavoro, l’età spesso è un ostacolo da superare. Le persone sperimentano pregiudizi e discriminazioni basandosi unicamente sulla data di nascita, e spesso si sentono escluse dal processo decisionale. Tuttavia, ci sono strategie per sfidare questo l’ageismo e ottenere il lavoro che desideri.
Nel caotico mondo della ricerca di lavoro, spesso emergono le preoccupazioni legate all’età. Alcune persone, infatti, avvertono di subire ingiustizie a causa di questo aspetto della loro identità. Tuttavia, rivelare se l’età abbia o meno un ruolo nel processo decisionale risulta essere un compito arduo, poiché non tutti i lavoratori godono della protezione legale contro la discriminazione basata sull’età.
Il termine “ageism” è stato coniato nel 1969 dallo psichiatra statunitense Robert Butler, per descrivere una forma di pregiudizio che si basa sull’età, in particolare per quanto riguarda le persone anziane. Questo pregiudizio valuta le persone in base esclusivamente alla loro data di nascita.
Per contrastare gli stereotipi legati all’età durante la ricerca di un lavoro, esperti e consulenti offrono alcune strategie efficaci. In primo luogo, l’ageismo non tiene conto delle molteplici qualità positive che i lavoratori più anziani possono apportare a un’azienda. Conoscenze, competenze, esperienza e lealtà sono solo alcune delle risorse preziose che le aziende rischiano di perdere se persistono in questi pregiudizi.
Gli esperti, come riportato dal Washington Post, ritengono che una delle qualità più apprezzate dai datori di lavoro durante i colloqui sia la proattività e la capacità di apprendimento. Sia i candidati più giovani che quelli più anziani possono dimostrare questa capacità mostrando come si siano impegnati nell’acquisire nuove competenze e il loro entusiasmo nell’apprenderne di nuove in futuro.
I lavoratori più giovani potrebbero dover dimostrare la loro volontà di apprendere rapidamente le nuove competenze necessarie, mentre i lavoratori più anziani potrebbero voler dimostrare di poter tenere il passo con ambienti di lavoro dinamici, compresi gli strumenti tecnologici.
Quando l’età può diventare uno svantaggio durante la ricerca di lavoro, è possibile rovesciare la tendenza con gli strumenti giusti. Ad esempio, gli esperti ritengono che eliminare le date relative all’esperienza lavorativa e all’istruzione dal curriculum vitae possa aiutare a evitare discriminazioni.
Evitare frasi che possono suggerire stereotipi legati all’età è di fondamentale importanza. I candidati dovrebbero riflettere sulla narrazione che vogliono creare. Ad esempio, per i candidati oltre i 40 anni, è importante mettere in evidenza la propria capacità di innovazione e di adattamento, anche per quanto riguarda il linguaggio. Frasi come “Sono abbastanza grande da essere tuo genitore” o “Forse non lo ricordi” potrebbero influenzare negativamente le dinamiche dei colloqui, come suggerisce Teresa Freeman. Al contrario, è fondamentale raccontare esperienze recenti e pertinenti.
Ogni generazione ha qualcosa da insegnare alle altre. Chiedere feedback ai colleghi di diverse età e settori può risultare estremamente formativo durante il processo di candidatura. Sia che si tratti di correzioni per migliorare l’atteggiamento o perfezionare il contatto visivo, la professoressa Wallen suggerisce di non esitare a mostrarsi intraprendenti.
L’età non dovrebbe mai essere un ostacolo alla ricerca di lavoro. Con l’applicazione di strategie adeguate e il riconoscimento del proprio valore, chiunque, indipendentemente dall’età, può avere successo nella sua ricerca di lavoro.