Rivolte studentesche in Bangladesh: almeno 39 morti

rivolte studentesche in Bangladesh: morti e feriti

Negli ultimi giorni, il Bangladesh è stato teatro di violente proteste che hanno raggiunto un livello critico con l’incendio della sede principale della televisione pubblica Btv a Dhaka. La crisi sociale è dovuta alle rivolte studentesche in Bangladesh, scoppiate a causa di una grossa protesta contro un sistema di assunzione nel servizio pubblico percepito come ingiusto e discriminatorio, portando migliaia di studenti a scendere in piazza per chiedere riforme radicali. La risposta del governo è stata ferma, con l’imposizione di un blocco dei servizi internet e di telefonia mobile e l’intervento delle forze armate per mantenere l’ordine. La tensione rimane alta mentre il paese cerca una soluzione a una crisi che coinvolge profondamente il tessuto sociale e politico. Il numero di feriti e delle vittime delle rivolte studentesche in Bangladesh è preoccupante: si contano almeno 39 morti, 104 agenti di polizia e 30 giornalisti feriti.

Rivolte studentesche in Bangladesh: l’incendio alla sede di Btv

Le rivolte studentesche in Bangladesh sono in corso da venerdì, quando centinaia di manifestanti hanno assaltato la sede principale della televisione pubblica del Bangladesh, Btv, appiccando il fuoco all’edificio della reception e intrappolando molte persone all’interno. La stessa emittente televisiva ha riportato l’incidente sulla sua pagina Facebook ufficiale, descrivendo l’incendio come “catastrofico” e richiedendo urgentemente l’intervento dei vigili del fuoco. Un funzionario, in condizione di anonimato, ha confermato che almeno 60 veicoli sono stati bruciati.

Le rivolte studentesche in Bangladesh, che negli ultimi giorni hanno visto un esponenziale aumento di violenze, morti e feriti, sono scoppiate a causa delle ultime norme sull’assunzione del servizio civile. I manifestanti hanno preso d’assalto i più importanti simboli governativi e statali, non solo l’emittente televisiva, incendiando “vari” palazzi del governo – come ha affermato la polizia.



I disordini sono iniziati a Rampura, un quartiere della capitale Dhaka, dove i manifestanti hanno dato fuoco a una stazione di polizia dopo che gli agenti avevano aperto il fuoco su di loro. I poliziotti, inseguiti, si sono rifugiati nei locali di Btv, ma i manifestanti hanno continuato a seminare il caos. Il direttore di Btv ha descritto la situazione come estremamente grave.

Cause delle Proteste:  le norme discriminatorie

Le rivolte studentesche in Bangladesh riguardano il sistema di assunzione nel servizio pubblico, giudicato discriminatorio dagli studenti stessi. Attualmente, il 30% dei posti è riservato ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza del 1971, una quota che gli studenti vorrebbero abolire in favore di criteri meritocratici. Ogni anno, circa 400.000 laureati competono per soli 3.000 posti disponibili, rendendo la competizione feroce e il sistema insostenibile.

La legge che regola le assunzioni è stata emanata negli anni Settanta, nel periodo successivo alla guerra di indipendenza dal Pakistan nel 1971. Lo scenario delle rivolte studentesche in Bangladesh che si sta figurando in queste settimane non è però una novità: nel 2018, altre proteste di massa avevano sconvolto il paese, portando il governo di Hasina a sospendere parzialmente la legge.

La situazione, ad oggi, non è molto nitida: mentre le proteste continuano a mettere a ferro e a fuoco le città del Bangladesh, il prossimo 7 agosto la Corte Suprema si pronuncerà definitivamente sull’applicazione della legge. 

Misure del governo e repressione

In risposta ai disordini, il governo del Bangladesh ha imposto un blocco dei servizi internet e di telefonia mobile nel tentativo di frenare le proteste. La repressione delle manifestazioni da parte della polizia ha portato alla morte di almeno 39 persone nell’ultima settimana- contando anche le vittime di ieri -, con numerosi feriti, tra cui giornalisti e poliziotti. La polizia ha vietato ogni raduno nella capitale e ha minacciato di utilizzare misure più severe se le proteste continueranno.

Per mantenere l’ordine, il governo ha deciso di militarizzare l’intero paese, chiedendo l’intervento dell’esercito, coinvolgendo 26 dei 64 distretti dello Stato. La situazione rimane tesa e incerta, con il governo che cerca di contenere la violenza e le rivolte studentesche in Bangladesh che non sono determinate a finire. Avendo paura del futuro che li aspetta, gli studenti continueranno a chiedere riforme significative nel sistema pubblico di assunzione, nonostante le risposte del governo saranno solamente silenzio e repressione.

Lucrezia Agliani

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