Ritorno alla socialità, da progetto a realtà: i benefici dello stare lontano dai social

ritorno alla socialità lontano dai social

ritorno alla socialità lontano dai social

Chi più chi meno siamo tutti dipendenti dal web e dal mondo dei social. Anche solo per cercare una notizia, ormai ci affidiamo ai vari facebook, instagram e twitter, per l’immediatezza con cui riusciamo a reperire ciò che è di nostro interesse. Ma come sarebbe un ritorno alla socialità, lontano da ogni dispositivo tecnologico?

I social ormai non sono una prerogativa solo dei giovani. Gli utenti infatti appartengono alle fasce d’età più disparate. Sembra quasi che ognuno di noi non riesca ad immaginare una quotidianità lontana da chat, web e social network. Ma questo ci sta sempre più distraendo dal contatto umano, che sia una stretta di mano, piuttosto che uno sguardo o un abbraccio. Siamo felici per un ‘like’, un ‘retweet’, una ’emoticon’ che ci sorride. E non ci rendiamo conto di quanto un ritorno alla socialità potrebbe anche portare dei benefici.

È  forse in questa prospettiva che alcuni mesi fa è nato un parco giochi ‘social free’, per distogliere da web e social grandi e piccini, almeno per alcune ore al giorno.

L’isolamento sociale

Come abbiamo detto in incipit è inutile nascondere come ormai i social facciano parte costantemente della nostra vita, a volte come luogo di svago, altre volte come mezzo per aiutare a fare nuove conoscenze e sempre più spesso anche per lavoro.




Il problema però sorge quando è la nostra vita a dover dipendere da un social. Se ogni attività è finalizzata alla condivisione, alla ricerca di followers e alle chattate, portando a trascurare la convivialità e la partecipazione alla vita reale, si potrebbe sfociare in una vera e propria dipendenza. Si parla in questo caso di ‘isolamento sociale’, inteso come conseguenza estrema che conduce ad un progressivo ed involontario allontanamento dall’ambiente sociale circostante e dalle relazioni ‘vis à vis’.

Insomma, in poche parole, se si approda in questa inconscia condizione, gli incontri autentici potrebbero diventare sempre più esigui, e sempre più ridotti potrebbero essere i contatti con la realtà.

Per riassumere tutto questo possiamo rifarci ad una frase tratta dal film drammatico del 2012 ‘Disconnect’:

Oggi che siamo sempre connessi, ci sentiamo più lontani che mai.

Social tra uso e abuso: dove ricercare le cause

Ma da cosa può dipendere il superamento del limite tra semplice uso dei social e abuso? Se volessimo fare un’analisi sicuramente troveremmo diverse cause alla base.

A giocare un ruolo importante è sicuramente la sfera caratteriale ed emotiva. Chi non gode di particolare autostima di sè o sta attraversando magari un periodo di depressione è più propenso a rifugiarsi in una ‘realtà’ lontana (anche se solo all’apparenza) da pregiudizi e problemi.

Ma se andiamo ancora più a fondo alla questione ci accorgiamo anche che a portare ad un abuso di social è stata proprio la stessa società. Pensiamo al periodo della pandemia, tra lockdown e distanziamento sociale. La situazione emergenziale ha portato ad un incentivo dei mezzi tecnologici, col sempre maggiore ricorso a dad, smartworking, videocall e non solo. La socialità è stata pressochè annullata, e le persone per poter avvertire quel poco di vicinanza hanno cominciato sempre più a vivere sul web, sulle varie piattaforme online e sulle ‘piazze virtuali’.

Ritorno alla socialità: in Sicilia il progetto ‘social free’

Inaugurato nell’estate scorsa a Balestrate, in provincia di Palermo, il parco giochi ‘social free’ è il primo in tutta Italia. Ci sono voluti 5 anni perchè potesse diventare realtà, grazie alla mobilitazione dei genitori del posto e a donazioni di privati e fondi pubblici.

Ma di cosa si tratta esattamente? Stiamo parlando non di un comune parco giochi, ma di un’area di svago per i bambini in cui è vietato l’utilizzo di qualsiasi device. Non a caso infatti all’entrata del parco si legge lo slogan “riponi qui il tuo smartphone e dedica il tempo ai tuoi bimbi!”, e sono apposti degli armadietti in cui riporre i telefoni per essere sicuri di non essere indotti in tentazione.

Il messaggio non dà quindi adito a diverse interpretazioni: in questo spazio di 1000 metri quadrati, appartenente alla scuola elementare “Aldo Moro”, si possono trovare scivoli, altalene, panchine e cartelli recanti le scritte “divieto di social”. Banditi dunque, sia per i bambini che per gli adulti, chat, telefonate, social, videochiamate, PEC ed email. Qui il tempo può essere dedicato solo al gioco, allo svago e alla riscoperta dei valori autentici della vita.

Inutile quindi specificare anche come in quest’area non esista alcuna copertura wifi.

Un segnale forte per trascorrere tempo di qualità

Quella del parco giochi social free è un’iniziativa che vuole lanciare un segnale forte, per sensibilizzare sull’importanza di trascorrere più tempo di qualità, fatto di legami e di attenzione verso la realtà che ci circonda. Aspetti, questi, che tendiamo sempre più a trascurare, lasciandoci travolgere dalla frenesia della vita quotidiana e degli impegni, che sembrano sempre più sottrarci alla veridicità e alla spontaneità.

Lo stesso Papa Francesco, tempo fa, ne ha voluto evidenziare l’allarme, invitando ad “essere più sociali e meno social”. Ed è proprio un ritorno alla socialità ciò di cui avremmo bisogno, per ritrovare sè stessi e per non perdere di vista ciò che davvero conta nella vita: affetti e condivisione.

Ora non resta che aspettare che altre iniziative di questo tipo prendano piede un po’ ovunque, alla ricerca della genuinità e della semplicità di una volta, quando ‘sociale’ non conosceva ancora il suo alter ego ‘social’.

Sabrina Maestri

 

 

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