Venerdì 30 giugno il Dipartimento di Stato americano pubblica un’analisi lunga 85 pagine, volta a stabilire e attribuire le responsabilità del disastroso ritiro americano dall’Afghanistan.
Il report
Venerdì 30 giugno, il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato uno studio, l’Afghanistan After Action Review, che si pone come obiettivo quello di fare chiarezza sul ritiro delle truppe americane dal suolo afgano avvenuto nell’agosto del 2021, dopo due decenni di presenza sul territorio.
Lo studio dimostra come l’operato degli ultimi due presidenti americani, Donald Trump e Joe Biden, abbia avuto conseguenze disastrose per l’Afghanistan e cerca di dettagliare gli errori commessi attribuendo le responsabilità delle mancanze avvenute:
“Le decisioni di entrambi i presidenti di terminare la missione militare americana in Afghanistan, ha avuto serie conseguenze sulla possibilità di sopravvivenza del governo afghano e della sua sicurezza. Queste decisioni sono oltre la portata di questo studio, ma il team che vi ha lavorato ha scoperto che durante entrambe le amministrazioni c’è stato un livello insufficiente di controllo a livello senior degli scenari peggiori e di quanto rapidamente questi avrebbero potuto avvenire”.
Le colpe di Biden e Trump
L’analisi è stata resa pubblica integralmente venerdì, ma ad aprile parte della ricerca era stata già inclusa in un documento pubblicato dalla Casa Bianca, che riassumeva ciò che era successo in Afghanistan e in cui si accusava l’amministrazione Trump di avere creato le condizioni che hanno poi portato al caos dell’evacuazione. Nel 2020 a Doha, Trump, infatti, aveva firmato con i Talebani un accordo che prevedeva l’abbandono del suolo afgano entro maggio 2021. A seguito dell’accordo, tuttavia, secondo il documento della Casa Bianca, Trump non avrebbe pianificato il ritiro delle truppe dal paese. Il report inoltre riporta come “domande chiave restavano senza risposta, riguardo a come gli USA avrebbero rispettato la scadenza del ritiro completo delle truppe a maggio 2021, come avrebbero mantenuto una presenza diplomatica a Kabul e come avrebbero implementato il SIV (Special Immigrant Visa)”, il visto riservato a tutti i cittadini afgani che avevano collaborato con il governo americano e quindi a rischio se fossero rimasti nel paese.
Il report completo pubblicato dal Dipartimento di Stato contiene tuttavia critiche molto severe anche sull’operato di Biden, omesse da quello della Casa Bianca, il quale invece sarebbe colpevole di non aver valutato con sufficiente attenzione quelli che avrebbero potuto essere gli scenari peggiori. Lo studio riporta: la rapidissima avanzata talebana, il collasso del governo afghano di Ghani – e la sua fuga all’estero – e la caduta finale della capitale in mano ai talebani. Il rapporto cita anche come critica la decisione di consegnare da subito la base aerea di Bagram al governo afgano, lasciando come unica via disponile per l’evacuazione l’Aeroporto Internazionale Hamid Karzai (HKIA).
La gestione dell’operazione di evacuazione finale è stato uno dei punti su cui il governo ha ricevuto le maggiori critiche, poiché migliaia di afgani che avevano collaborato con le forze statunitensi sono stati lasciati sul suolo afgano. Il report afferma: “Gli alti funzionari dell’amministrazione non avevano preso decisioni chiare riguardo all’universo degli afgani a rischio che sarebbero stati inclusi prima dell’inizio dell’operazione, né avevano stabilito dove sarebbero stati portati. Ciò si è aggiunto in modo significativo alle sfide che il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Difesa hanno dovuto affrontare durante l’evacuazione”. Nel report viene poi fatto presente come fino all’ultimo il governo americano abbia confidato nelle previsioni che vedevano il governo di Ghani rimanere in carica a difendere la città per mesi, previsioni che vennero in brevissimo tempo sgretolate.
Il report pubblicato dal Dipartimento di Stato è solo l’ultima di una serie di conferme che provano quanto sia stato mal organizzato e traumatico il ritiro americano dall’Afghanistan, che ha riconsegnato il paese a chi l’aveva tolto vent’anni prima in nome della democrazia.
Pochi giorni dopo la partenza della coalizione NATO, i talebani hanno rifondato l’Emirato Islamico e riportato indietro il paese di un secolo. L’ Afghanistan dal 2021, infatti, ha vissuto un tracollo economico, una crisi alimentare ancora più diffusa e un deterioramento dei diritti umani, in particolare per le donne, nei confronti delle quali si è registrata un’esclusione socioeconomica sistematica. Fortemente criticate, però, da varie ONG sul campo sono state anche le innumerevoli sanzioni americane applicate al governo talebano, in risposta al regime implementato così severo e restrittivo, le quali andrebbero solo a impoverire ulteriormente la popolazione civile e non sortirebbero alcun effetto o cambiamento – come è stato dimostrato fino ad ora – sull’attuale governo.