La moda del risvoltino, “ma come ti vesti”?

Risvoltino: voce del verbo risvoltare.

Si tratta di prendere l’orlo dei pantaloni, lì dove si trovano le caviglie, e arrotolare il tessuto.

C’è chi dice sia una patologia, un’ossessione, una malattia forse curabile, dopo anni di dura analisi, una leggera disfunzione, una mancata sinapsi. Di certo è un’ondata sociale che colpisce un target decisamente variegato; è sufficiente  abitare il pianeta Terra, appartenere ad una fascia d’età che va dai 3/6 anni ai 60/70 (non oso esagerare), respirare, essere vivo.

Il risvoltino è un microbo. Un virus diffuso nell’atmosfera. Impossibile fuggire.

risvoltino

Secondo fonti piuttosto attendibili la moda del risvoltino esiste da sempre; è stato un agente patogeno latente, ha vissuto nell’ombra per secoli, osservando di nascosto tutte le “modicciole” che, come i pantaloni a sigaretta, a zampa di elefante, andavano e venivano. Ma il risvoltino no. Lui era già ben radicato nelle zone più infime della nostra psiche già nell’epoca vittoriana, quando, (così si dice), Edoardo 3 fu sorpreso a ripiegarsi l’orlo delle braghe.

“Ma come ti vesti?”

“Il risvoltino è un’arte. Come tutte le arti non può essere compresa di primo acchito. Però, anche se non so cos’è l’acchito, so benissimo cos’è il risvoltino!” Pier Paolo Pasolini.

Maglioncini extralarge, jeans aderenti alla gamba, volto pulito. Calzini bianchi, a quadri, a righe, a pois. Calzettoni di lana, via libera a fantasie di ogni tipo. Anche Minnie e Topolino, elefantini, stelline. Bratelle, barbe lunghe e incolte, da far invidia ai Pirati dei Caraibi.

Ma non solo. Si fanno chiamare Hipster, ma la verità è che il microbo ha avuto un successo senza precedenti, e anche se il mondo intero, neanche sotto tortura, ammetterebbe mai di esserne contagiato, vediamo risvoltini ovunque.

Hanno invaso i bus, le metro, i giardini, le strade. Vivono di vita propria, si arrotolano su dalla caviglia, fino a metà polpaccio. S’insinuano, con fare dispettoso, sui pantaloni di tutti. Ma perchè? Semplice. Credo si chiami moda.

Diciamoci una cosa, il risvoltino è come un mobile vintage; va disposto nell’ambiente nel modo giusto, tenendo conto di molteplici fattori. Prima di tutto è importante avere una caviglia fine e “pulita”,  poi va fatto rigorosamente a mano e non deve superare i 5 cm.

Ormai è più di un anno che il risvoltino popola le passerelle e abbaglia la vista di tutti noi. La domanda è: riusciremo mai a liberarcene?

No. Esistono video su Youtube  che ci insegnano a farli nel modo corretto, perchè è tutto molto semplice ed immediato ma… Quando un risvoltino è fatto male inizia a rivoltare letteralmente la pupilla all’interno del bulbo oculare.

Ma quando un semplice risvolto ad un minimal jeans diventa una vera e propria piega sociale?

Forse quando incrociamo per strada, sui mezzi pubblici, quando pestiamo i piedi a ragazzini, (ma non solo), addobbati da felici pantaloni stropicciati, slavati e arrotolati alla bene e meglio alla gamba, formando quel delizioso effetto “grumo” stretto stretto che, inoltre, regala alla vista pubblica mezzo polpaccio, dall’effetto dopato. Almeno una decina di cm al di sopra dello stacco della scarpa.

Quando ci imbattiamo in deliziose femminucce che decidono arbitrariamente di arrotolarsi due o tre volte un jeans largo alla gamba, al di sopra di un paio di converse.

Quando siamo costrette a vedere determinati orrori anche alla settimana della moda, pensando, con una punta di malvagio godimento, che alcune mode non stanno bene neanche alle modelle.

Perchè tutto questo? Perchè? La moda è moda.

Ed ecco che, un’altra volta, devo essermi persa qualcosa del mondo.

Elisa Bellino

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