L’Unesco presenta un’altra risoluzione sulla Palestina e sul controllo di Gerusalemme, ma l’Italia vota no e si schiera con Israele.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha adottato oggi, a Parigi, una risoluzione denominata “Palestina Occupata“. L’Italia si è espressa contro questa risoluzione, giudicata pro Palestina.
I Paesi che si sono espressi in modo favorevole sono 22, tra cui anche la Russia. Tra i 10 votanti che hanno detto “no” ci sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania e la Grecia, oltre che l’Italia. Gli Stati che hanno scelto di astenersi sono 23, di cui Francia e Spagna.
La risoluzione è stata definita da Angelino Alfano come “l’ennesima decisione politicizzata“, per tale motivo meritevole del no italiano.
“La nostra opinione è molto chiara: l’Unesco non può diventare la sede di uno scontro ideologico permanente in cui affrontare questioni per le cui soluzioni sono deputate altre sedi “.
(A. Alfano)
L’Unesco si è espresso in modo critico nei confronti di Israele e delle sue politiche contro la Palestina, come i porgetti che prevedono l’insediamento nella Città Vecchia di Gerusalemme, dichiarando nulla ogni decisione delle autorità israeliane sulla città sacra. Si chiede anche la fine del blocco israeliano su Gaza.
Una decisione che l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, ha definito “vergognosa“. Il premier Benyamin Netanyahu aveva espresso il suo disappunto contro la risoluzione ancora prima che i voti venissero espressi. Egli sostiene che agendo in questo modo, l’Unesco abbia negato il profondo legame tra Gerusalemme e il popolo ebraico.
“Non c’è altro popolo al mondo per il quale Gerusalemme sia così importante e sacra come per gli ebrei. Denunciamo l’Unesco e ribadiamo quella che è la verità: attraverso la storia ebraica Gerusalemme è stata il cuore della nazione”.
(B. Netanyahu)
Netanyahu, in una conversazione telefonica con Alfano, ha ringraziato per la posizione assunta dallo Stato italiano, esprimendo anche la speranza che l’Italia sia d’esempio per gli altri Paesi europei.
Radavoiu Stefania Ema