Risoluzione per tregua a Gaza: la Francia sfida gli Stati Uniti mentre l’Italia manca di leadership

Alle Nazioni Unite, l’Assemblea Generale ha assistito a una spaccatura evidente all’interno dell’Unione Europea durante una votazione cruciale sulla “Risoluzione per tregua a Gaza”. Mentre il mondo osservava con attenzione, la Francia ha sfidato apertamente gli Stati Uniti, scegliendo un cammino indipendente e sovrano, mentre l’Italia sembrava esitare, mancando di leadership e decisione.


L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dato il via libera alla bozza di risoluzione presentata dalla Giordania a nome degli Stati arabi, una decisione che riveste notevole importanza in quanto pone l’attenzione sulla necessità di una tregua a Gaza. Questa tregua avrebbe l’obiettivo di facilitare l’accesso degli aiuti umanitari alla popolazione e di prevenire lo sfollamento forzato, a differenza di quanto sta accadendo nelle ultime ore, con una violenta escalation che vede Israele intensificare sempre più i bombardamenti sulla Striscia.

Il testo approvato, sebbene privo di valore vincolante, ha raccolto un sostegno di 120 voti a favore, ma ha anche suscitato 14 voti contrari, tra cui quelli degli Stati Uniti e di Israele, oltre a 45 astenuti, tra cui figura l’Italia.

L’ambasciatore israeliano, Gilad Erdan, ha reagito con veemenza all’approvazione della risoluzione, dichiarando:

“Oggi è un giorno che passerà alla storia nell’infamia, un giorno buio per l’Onu, che non ha più un briciolo di rilevanza o legittimità”.

D’altro canto, Hamas ha accolto con favore la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che ha chiesto una “tregua umanitaria” nella Striscia di Gaza. L’organizzazione ha insistito sull’immediata attuazione della tregua e sull’invio urgente di aiuti.

L’approvazione della risoluzione è stata preceduta da un dibattito intenso e da tentativi di emendamenti, tra cui quello presentato dal Canada, che mirava a includere una condanna diretta dell’attacco dei miliziani. Tuttavia, nonostante l’approvazione della maggioranza, con il sostegno di 88 Paesi, l’emendamento non è passato, poiché non ha raggiunto il quorum dei due terzi dei voti favorevoli richiesto.

L’Italia ha scelto di astenersi dalla votazione, in parte a causa di preoccupazioni analoghe a quelle degli Stati Uniti, che hanno votato contro la risoluzione principale. L’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Maurizio Massari, ha spiegato:

“Manca la condanna inequivocabile degli attacchi di Hamas a Israele, manca il riconoscimento del diritto di difendersi di ogni Stato sotto attacco, in questo caso Israele, e non menziona la richiesta del rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi del 7 ottobre”.

Il voto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha messo in luce le discrepanze all’interno della catena di comando tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, svelando una realtà che sembra lontana dall’unità. Mentre alcuni paesi europei hanno obbedito prontamente ai desideri della Casa Bianca, la Francia ha optato per una posizione indipendente, decidendo di votare a favore della risoluzione nonostante le eventuali pressioni statunitensi. Questo atteggiamento rappresenta una chiara dimostrazione di come uno Stato sovrano come la Francia sia in grado di prendere decisioni politiche autonome, senza piegarsi agli interessi altrui.

D’altra parte, l’Italia ha scelto la strada dell’astensione, rivelando una mancanza di chiara leadership o di volontà di esprimere una posizione netta in un momento cruciale. Questo atteggiamento può essere interpretato come una sottomissione a una politica estera più influenzata da altri attori, che sembra minare la sovranità del paese e la sua capacità di difendere i propri interessi nazionali.

Le divergenze tra questi due paesi europei mettono in luce una mancanza di coesione all’interno dell’Unione Europea, che sembra ancora lontana dal raggiungere un consenso unanime nelle questioni internazionali. Questa disomogeneità potrebbe mettere in dubbio la forza dell’Unione come attore globale e sollevare domande sulle reali dinamiche di potere tra gli Stati membri.

 

Andrea Umbrello

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