Purtroppo il Riscaldamento globale è uno dei problemi in merito al quale sussiste un diffuso menefreghismo.
L’industrializzazione diffusa e la crescita demografica esponenziale , con conseguente sfruttamento delle risorse naturali e continue emissioni di gas serra nell’atmosfera, provocato anche dalle vostre automobili che usate pure per andare a prendere il caffè al bar sotto casa, distruzione di intere foreste pluviali da parte delle multinazionali.
Le citate foreste pluviali formano una preziosa banda di raffreddamento intorno all’equatore terrestre, ma la loro distruzione, in continuo aumento, attualmente viene considerata dagli esperti una delle principali cause del riscaldamento globale. Le emissioni di carbonio provenienti da questa attività, infatti, superano di gran lunga i danni causati dagli aerei, dalle automobili e dalle fabbriche.
La dilagante “slash and burn” delle foreste tropicali, ovvero la pratica del “taglia e brucia” come tecnica di coltivazione per rendere i terreni fertili con la cenere derivante dal disboscamento dell’area, è seconda solo al settore energetico in quanto a produzione di gas serra, secondo una relazione pubblicata dalla Global Canopy Programme (GPC), una cooperazione tra i principali scienziati di foreste pluviali, con sede a Oxford. Andrew Mitchell, responsabile del GCP, definisce le foreste tropicali “un elefante nel soggiorno dei cambiamenti climatici”, confermando il ruolo chiave che giocano queste aree nei problemi globali.
Ci sono opinioni divergenti nel mondo scientifico circa cause, effetti e scenari possibili a proposito del Riscaldamento globale, tuttavia crediamo che questi rischi andrebbero evitati nella misura in cui saranno comprovati e le soluzioni agli stessi non generino problemi maggiori.
Per avere una ragionevole possibilità di mantenere il riscaldamento globale nel 2100 al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli preindustriali sono necessari sforzi più ambiziosi rispetto a quelli previsti dagli accordi firmati a Parigi nel dicembre scorso, a conclusione della conferenza organizzata dalle Nazioni Unite. In caso contrario l’aumento delle temperature si attesterà fra i 2,6 e i 3,1 °C.