Con 28 medaglie in tasca e pieni di ottimismo per le olimpiadi del 2020, gli azzurri salutano Rio.
Dopo più di due settimane di gare, emozioni, delusioni, lacrime, sorrisi e tanto altro si è chiusa la XXXI edizione dei Giochi Olimpici di Rio 2016. La spedizione degli azzurri chiude al nono posto del medagliere con 28 medaglie, lo stesso numero di Londra 2012.
Le differenze con l’olimpiade britannica però non sono poche. Seppure il numero di ori (8) sia lo stesso, in questa edizione si hanno maggiori rimpianti e si ha la sensazione che si sarebbe potuto tranquillamente fare di più.
Solo nell’ultima giornata si sono sfiorati due ori che erano ampiamente alla portata degli azzurri. Il campione europeo e mondiale di lotta libera Frank Chamizo, ovvio favorito per il primo gradino del podio, ha perso in una discussa semifinale contro l’azero Asagarov per poi accontentarsi (si fa per dire) del bronzo.
Allo stesso tempo, gli azzurri del volley, capaci di emozionare una nazione intera nella bellissima semifinale vinta contro gli USA, si sono arresi in finale contro i padroni di casa del Brasile. Una squadra, quella brasiliana, che l’Italia aveva già battuto nel girone e che è riuscita a vincere principalmente grazie all’accesissimo pubblico amico (dove figurava anche il neo medagliato Neymar) e a qualche aiuto arbitrale di troppo.
Come già ampiamente detto (Rio, 15 medaglie in una prima settimana agrodolce), le più grandi delusioni azzurre sono state nello sport in cui siamo tradizionalmente i favoriti, ovvero la scherma, dove gli azzurri hanno portato a casa un solo oro (grazie al fioretto di Daniele Garozzo) e tre argenti. Troppo poco per una rappresentativa che a Londra aveva ottenuto 3 ori, 2 argenti e 2 bronzi.
L’Italia si conferma invece terra di grandi tiratori. Dalle discipline di tiro, infatti, arrivano le più grandi soddisfazioni con 4 ori e 3 argenti. Spiccano i 2 ori di Niccolò Campriani e la doppietta Baiocosi-Cainero nello Skeet femminile. Da sottolineare il vuoto assoluto di medaglie nell’atletica, a causa anche delle mancanze di Gianmarco Tamberi e Alex Schwazer, e le sole 3 medaglie nel nuoto che soffre la fine del dominio di Federica Pellegrini.
La posizione degli azzurri nel medagliere resta, in ogni caso, invariata: un nono posto che conferma quelli di Londra e Pechino. In testa troviamo come al solito gli Stati Uniti, con 123 medaglie, di cui ben 46 d’oro. Secondo posto un po’ a sorpresa per la Gran Bretagna, che con 27 ori supera una Cina e una Russia in forte flessione.
La notizia migliore, però, per la nazionale azzurra è un ringiovanimento dei medagliati: 27,2 anni di media contro i 28,7 di Londra. Questa notizia ci proietta con ottimismo verso le olimpiadi di Tokyo 2020 dove ci si aspettano numeri ancora più importanti. L’obiettivo del CONI, infatti, è quello di continuare nel processo di crescita che, con un po’ di fortuna, potrebbe portare le olimpiadi a Roma nel 2024.
Finiscono così le due settimane più magiche che esistano, dove tutti gli appassionati di sport cambiano i propri ritmi vitali in funzione del fuso orario di una singola città , magari lontanissima, e vivono rispettando gli eventi scanditi da un calendario fitto e preciso.
Ritorniamo tutti alle nostre vite e alla nostra estate che sta quasi per concludersi, con una sensazione di vuoto, come quando finisce una vacanza che ci stava piacendo, e azzeriamo il countdown che oggi è al massimo della sua estensione: quei quattro anni che si ripetono ciclicamente e che rinnovano ogni volta i valori sportivi, etici e umani che tutti condividiamo.
Ci rivediamo tutti nel 2020, lontanissimi da Rio e dall’Italia, in un altro continente. L’appuntamento è in Giappone, a Tokyo per la precisione, dove tra quattro anni ricominceranno, immancabili e attesissime, le emozioni olimpiche.