Come riporta Terna, la società che gestisce la rete elettrica di trasmissione nazionale guidata da Giuseppina di Foggia, durante i primi 6 mesi dell’anno le fonti energetiche rinnovabili hanno coperto oltre il 44% della domanda energetica, superando per la prima volta i combustibili fossili. A fare da traino è stata la produzione di energia idroelettrica, grazie alle forti piogge cadute sul Nord Italia, ma si è registrata anche una forte crescita del fotovoltaico.
La crescita delle fonti rinnovabili
Secondo i dati riportati da Terna, le fonti energetiche rinnovabili stanno piano piano diventando il pilastro del settore energetico italiano, andando a sostituire lentamente i combustibili fossili. Nei primi sei mesi dell’anno infatti, l’energia rinnovabile ha superato per la prima volta quella ricavata dal fossile in termini di copertura energetica, arrivando a registrare un nuovo record di copertura del fabbisogno energetico italiano.
I dati mostrano come a luglio le FER, le fonti energetiche rinnovabili, hanno coperto circa il 44,2% della domanda di energia della penisola, pari a 31,3 miliardi di kWh (a giugno circa il 52%). Questo risultato è dovuto anche all’aumento della produzione di energia verde, che va di pari passo con una crescita della domanda energetica: a luglio il fabbisogno nazionale era in aumento dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. A richiedere una maggior quantità di energia è soprattutto l’industria, con i settori chimico, alimentare, siderurgico e meccanico.
A trainare la produzione di energia verde sono le centrali idroelettriche del Nord Italia che, grazie anche alle abbondanti piogge, hanno prodotto molto di più rispetto all’anno scorso, contribuendo al 40% dell’energia fornita dalle rinnovabili. In forte crescita il fotovoltaico che, grazie anche in parte ai fondi messi a disposizione, si sta diffondendo rapidamente, soprattutto al Sud. Il settore eolico invece è in controtendenza, venendo di fatto utilizzato meno rispetto ad altre rinnovabili.
Il vero colpo di scena è però la caduta del carbon fossile: rispetto al 2023 il suo utilizzo come fonte energetica è stato circa del 75% in meno. A causare questa caduta sono state ovviamente le fonti di energia rinnovabile, il cui uso è incentivato da più parti e che sembrano essere diventate finalmente un pilastro importante del settore.
Grazie a questa crescita delle rinnovabili è stato possibile per il nostro paese coprire in modo autonomo l’86,4% della richiesta energetica del mese di luglio, importando da altri paese soltanto il 13,6% dell’energia consumata. Un risultato sicuramente importante dal punto di visto dall’indipendenza energetica.
La presa di potere dell’energia verde
Sarà che i combustibili fossili sono destinati ad esaurirsi, sarà che a furia di manifestazioni e politiche green l’idea sia entrata nella testa degli imprenditori, ma di fatto l’energia verde è parte integrante, e in alcuni casi addirittura trainante, del settore energetico. Per fortuna.
Gli incentivi per la transizione ecologica, almeno in Europa, sono sempre più diffusi, ovunque vengono costruite moltitudini di centrali eoliche, idroelettriche, solari, il tutto per far in modo che il dominio fossile finisca più rapidamente possibile. Non una pretesa dovuta ad una presunta “moda ambientalista” ma una condizione necessaria affinché fra qualche anno non ci si ritrovi tutti a respirare smog a profusione e a fare i conti con un inquinamento ormai incontrollabile ed insostenibile.
Non si mette in dubbio che non sia solo l’Europa o l’Occidente ad inquinare, anzi, ma non per questo le politiche green non devono esistere: di certo non sarà la nuova auto elettrica del signor Tizio Caio a far chiudere il buco nell’ozono o a compensare le emissioni di gas dei jet privati di Taylor Swift, ma sicuramente è un piccolo tassello che può contribuire almeno a non peggiorare la situazione in cui il mondo versa già da un po’.
Marco Andreoli