Il team di ricerca dell’Università di Stanford, con uno studio pubblicato su Nature Communications, ha dichiarato di aver compiuto passi notevoli verso “l’inversione del processo di invecchiamento cellulare”
L’idea del ringiovanimento ha radici più antiche di quelle che immaginiamo: nel mito di Medea, si legge di come l’astuta maga ingannò le figlie di Pelia, zio che usurpò il trono all’eroe Giasone, facendogli credere di poter ringiovanire il loro padre. Medea dimostrò infatti le proprie arti gettando un ariete in un calderone e facendone uscire un agnello, ingannando le giovani.
E chi si dimentica l’interpretazione di Brad Pitt in Il curioso caso di Benjamin Button, dove l’inizio e la fine della vita del protagonista si invertivano, mescolano esperienze e possibilità ?
Bene, tralasciando miti e cinematografia, recentemente un gruppo di ricercatori di Stanford ha pubblicato una ricerca sul tema del ringiovanimento cellulare, che sperano possa aprire la strada a nuovi metodi per il trattamento di patologie quali l’osteoartrite e il deperimento muscolare, dovute all’invecchiamento dei tessuti.
Secondo i ricercatori, una delle cause di invecchiamento cellulare risiede nell’insieme di errori che si accumulano nell’epigenoma: il loro metodo andrebbe a invertire questi errori, riportando le cellule a uno stato più giovane.
Il destino di ogni cellula è infatti determinato da specifici marcatori, che funzionano come una sorta di cancello, permettendo l’attivazione di quei geni che sono specifici all’evoluzione della cellula stessa, escludendo gli altri.
Mano a mano che la cellula invecchia, accumula errori in questo sistema di marcatori, che ne degradano l’efficienza.
Certo la strada per la produzione di farmaci efficaci che si basano sui metodi sviluppati è ancora lunga e ci vorrà del tempo, ma molti parlano di questa ricerca come “uno dei metodi più promettenti nello studio del ringiovanimento cellulare”.
Il team di Stanford ha creato una compagnia, la Turn Biotechnologies, per sviluppare terapie efficaci contro l’osteoartrite e altre gravi patologie.
Quanto lunga rimane la strada per capire alcuni dei segreti che ancora ora ci sfuggono del nostro organismo?
Chiara Nobis